sabato 5 agosto 2023

Cucinati sul Green

Quando il Sindaco Jamil Sadhegolvaad si azzarda ad assumere iniziative in autonomia, subito i suoi “superiori” da Roma e da Bologna, gli tirano le orecchie. Lo scorso inverno si è azzardato a concedere a braceri e caminetti la possibilità di accendersi, che subito è arrivata, dal massimo esponente della griIl vision, Stefano Bonaccini (non un Figliuolo qualsiasi) la ramanzina per cui ha dovuto fare dietro front. E’ fatto noto che chi accende il camino o cuoce la saraghina e i sardoni sulla brace è il responsabile, anzi il più responsabile del buco dell’ozono e del riscaldamento climatico. Tutti gli scienziati pagati da Bruxelles e da Repubblica sono concordi con il dire che i facinorosi cuocitori di costolette, con il loro vile gesto attentano all’avvenire delle eco ansiogene generazioni future in Tesla…. o a piedi. Il pensiero dominante dei green local administrators è che gli alberi nei fiumi rigorosamente non puliti e non dragati, le colonie di nutrie che sforacchiano gli argini, le aree cementificate in terreni sotto il livello dei fiumi e dei mari e soprattutto la guerra ai fumi delle braciole e dei camini, siano la stella polare del riscatto verde della terra, sull’uomo usurpatore dei diritti del cinghiale brado. E allora inizia il solito pippone sulla 7 e sui giornaloni dove ci viene spiegato “senza che li vediamo arrivare… cit”, di ciò che e bene e ciò che è male, ma soprattutto viene dato il diploma, la patente, la patacca a chi si distingue per essere “il più politicamente corretto di tutti”. Insomma una solfa che non finisce più. Nel frattempo dopo le inondazioni che non hanno proprio lasciato sul terreno il sacro limo del Nilo, ma un buon strato di schifezze, che i cugini russo/ucraini si sparino addosso milioni di proiettili, caricati a tritolo, pentrite, tritolite o nitrati di ammonio, tutti fumi che si disperdono in atmosfera, che in Cina e zone limitrofe si continui allegramente a mandare gli altoforni a carbone o a copertoni usati, che un sacco di regioni del Mediterraneo e no, prendono fuoco rilasciando in atmosfera una energia di milioni di gradi, fumi e diossine da fare impallidire il più incallito cucinatore di costolette e sardoni, non nudi e crudi dei Festival dell’Unità. Il politicamente corretto su tutto ciò stende un velo pietoso di malcelato imbarazzo. Si dice che nelle regioni della bassa Italia non ci sia l’ acqua, sono circondate dal mare ma questo è un dettaglio trascurabile. Certamente il green pensiero alla Bonelli… quello del reato ambientale, vorrebbe che si affrontasse il fuoco con i carrettini tirati dai somarelli, con le pompe azionate rigorosamente a mano per non disturbare la passera scopaiola e il martin pescatore. Si contrappone a tale green vision free bourg style, quella che vorrebbe che il fuoco venisse bombardato da una flotta di Canedair, comperati con i soldi del PNRR e dalla indennità di Fassino. Ma questa è solo una polemica sollevata ad arte dai soliti negazionisti climatici che non vogliono bene al Santo Padre e a Romano Prodi, il fratello del quale è sulla lista nera dei burocrati di Bruxelles. Insomma speriamo che sia la volta buona, che questa bolla di ipocrisia esploda, che alle prossime elezioni si mandi a casa questa allegra brigata dei “fratelli verdi della foresta incoronata da cinque stelle di ipocrisia”. Ma soprattutto che si possa anche in inverno e fuori dai Festival dell’Unità, poter cuocere la “zunzizza alla romagnola” e potere cosi invitare a pranzo o a cena l’emaciato Fassino e quei poveretti di deputati e senatori che con i tempi che corrono non riescono a mettere insieme il pane e il companatico. Meditate gente…meditate 
Don Camillo