venerdì 3 giugno 2011

Un Peso

E' giusto e naturale che i vincitori festeggino, accade nello sport ai digiuni da tituli e nella politica a chi ha preso sberle sacrosante negli ultimi dieci anni, il miracolo Gnassi concede qualche ragione in più per canti e lacrime. In condizioni normali contro un semplice Vittorio Tadei, il ragazzo in attesa d'impiego avrebbe chiuso la sua già lunga carriera politica al primo turno, a Vittorio hanno diagnosticato subito l'impossibilità di correre, aveva troppe probabilità di vincere, il seguito è stato un meritevole ricorso a candidati sconfitti in partenza, l'ultimo, Gioenzo Renzi ha combattuto fino alla fine con onore, da non sperperare con il ricorso alla politica delle denunce, il ring è il consiglio comunale, i guantoni devono essere pieni di proposte alternative, non è difficile con gli eredi del disastro. Provate a pensare con stupido senno tardivo, cosa sarebbe successo in una Città normale se Moretti e Curiali non avessero corso da soli per la famigerata paura di vincere ed onorare i patti erraniani. La vittoria del Partito di Santoro non rende tranquilli i democrat, i voti sono andati ai rappresentanti della protesta più nuova ed intelligente, movimenti in movimento costante, i due partiti maggiori hanno subito perdite notevoli, con la differenza che il Cavaliere oggi è un peso affondante anche gli alleati, le misure assunte sono aspirine per curare un corpo partito mai nato. Per un federalismo ancora misconosciuto il prezzo è stato altissimo, abiurando parole d'ordine, novità, freschezza, comportamenti che avevano portato milioni d'italiani a credere nella Lega. Faccio qualche esempio per tutti, la guerra non dichiarata in Libia che senso ha? Il costo complessivo per soggiacere alla voglia di giocare ai soldatini che sembra appannaggio dei Presidenti non poteva essere usato meglio? Le province non erano enti inutili da chiudere? La Rai non era un carrozzone da privatizzare? I parlamentari non erano troppi? Le puttane andavano difese tutte? Una delle ultime verità di Tremonti è stata quella di dichiarare che per l'Italia uscire dalla crisi di un debito pubblico insostenibile è impresa impossibile con il Sud in queste condizioni, non è retorica, è solo verità scomoda, nel centenario dell'Unità mai realizzata.