martedì 5 giugno 2012

Turismo alla Melucci


L'albergo di trenta camere, rappresenta i 2/3 del sistema ricettivo di Rimini, se viene affittato, a seconda della zona, ristora dai 40 ai 60 mila euro, pagate (?) le tasse con vari accumuli, al proprietario ne rimangono dai 30 ai 40 mila, Per tenere in piedi strutture che mediamente hanno 50 anni di vita con gli adeguamenti normativi o piccolissimi lavori, 10/15 mila euro di spese ci sono tutti gli anni. Un albergo simile rende al proprietario, se va bene, 20.000 euro, cifra misera, ma se facesse investimenti seri, superiori al milione, al massimo potrebbe aumentare l'affitto di 10/15 mila euro, significa che per essere ammortizzati devono trascorrere 50 anni. I numeri ed i nostri politici ci hanno messo fuori mercato. Non è vero, come racconta (ancora) il Vate Regionale al Turismo che la situazione riminese è uguale alle altre. Riccione, per esempio, gode di un plus, variabile attorno al 30%, tradotto in cifre da mediatori scomparsi dalla Piazza Cavour, significa che un albergo a Rimini incassa 500 mila, nella Perla arriva a 700 mila, le spese generali rappresentano l' 80%, al gestore riminese rimangono, assieme a Gnassi, circa 60 mila, nella terra ancora di Pironi aumentano ad almeno 160 mila. E' una bella differenza, quasi uguale alle diversità gestionali e politiche, un normotipo come il sindaco riccionese diventa un fenomeno rispetto alla Lilli. Naturalmente tutti i soldi non finiscono nelle tasche del gestore, il padrone dell'albergo di Riccione chiede un'affitto maggiore, ma se quel proprietario prende il doppio di Rimini sarà più propenso, i fatti lo dimostrano, a fare investimenti nel suo capitale. Analisi inconfutabile come le nostre antiche tavole del demanio, copiate in ritardo dal penitente assessore, diventa chiaro che il problema non è in capo ai proprietari, neppure ai gestori, fatti salvi gli avventurieri che crescono e prosperano in funzione di strategie devianti, ma risiede in coloro che hanno disastrato la Capitale del Turismo usando merda in mare, atrofizzazione del territorio, mancanza di programmazione, assenza di servizi, strade e parcheggi. Leggere Melucci fa incazzare, la risposta istintiva sarebbe basta con personaggi che incitano ad investire, dimenticando che è stato il mago della Variante al Piano Spiaggia che ha creato il casino esistente, aiutato dal Pentito. Invece degli investimenti sulla Spiaggia sono arrivate le ruspe per demolire un Circolo Nautico, complimenti. Iniziamo a lavorare per mandarli a casa, il cammino non sarà lungo, neanche difficile