venerdì 8 giugno 2012

Un Cerchietto


Il cerchietto magico riminese si è rotto, i melucciani attraverso Agosta esigono continuità con quel disastro che sono stati i dodici anni di Ravaioli, dall'altra parte, Gnassi portatore del finto nuovo, frutto di estemporanee fantasie, condivise solo dai suoi amici, è debolissimo, interpretando in termini convincenti, l'antitesi dell'amministrare. Partendo da questo bignami, condiviso anche dalla Petitti, tutto torna; nell'ultimo caminetto spento, il Vate ha platealmente ed amaramente affermato di avere sbagliato a scegliere il Giovane. A questi atti di contrizione tardivi ci può credere Astolfi o Biagini che sono più o meno la stessa cosa, noi no, sapeva benissimo, conoscendolo, che pur rappresentando l'unica soluzione possibile non sarebbe durato tanto, forse anche lui non pensava così poco. Un conto interpretare ruoli da pierre politico, altra cosa dirigere una Città disastrata come la nostra, ci vogliono ultra palle, conoscenza, capacità, inventiva ed uno straccio di idea forte, il passato era da cancellare inserendo proposte vincenti, non bloccare tutto perchè era targato Melucci. Siamo in default pieno di feste, danze, parade, saraghine, possiamo vedere dall'alto della ruota cosa hanno prodotto questi anni, Agosta non sarà un cuor di leone è però un democristiano, brutta razza quando te li metti contro, le affermazioni che ho letto sul suo conto non sono da banchi di consiglio, hanno un aspetto inquietante, non credo si chiuda a tarallucci, vino e... piani particolareggiati, è più facile ci voglia qualche avvocato in procura. La burrasca riminese ha avuto un avvallo regionale, non sarebbe partita anche se i continui attacchi assieme al Gemello Provinciale abbandonato sul sagrato del seminario, avevano rotto le palle a Vasco. Non riescono a fare una cosa seria, in Commissione c'è stata una plateale rivolta del gruppo consiliare capitanato da Agosta, poi sono arrivate le smentite dei fuoriusciti che hanno presentato giustificazioni che vanno dal bisogno familiare a quello sanitario fino a quello... fisiologico. Una vergogna nella vergogna, Mattia Morolli se non avevi una scusa migliore potevi stare zitto e pensare al prossimo dosso. In ballo c'è tutta la partita economica che si lega con la minoranza pidiellina, in perfetta continuità con il passato, legata a Melucci, liaisons dangereuses che durano da tredici anni, cementate dalle partite urbanistiche che per dispetto più che per convinzione il Giovane vuole cancellare. Non esiste prospettiva, non c'è un disegno prevalente, solo tirare a campare sulla pelle dei cittadini, ai quali stanno eseguendo un prelievo di sangue Imu. Il regista rimane Melucci, non ci sono dubbi, l'operazione ha l'imprint dei suoi più grandi capolavori, ha demolito personaggi con altro spessore anche se vestiti peggio. Attenzione su questo versante Gnassi è avversario temibile, non brilla per presenza in Consiglio, ma in furbizia politica ha superato esami difficilissimi. Amministrare è altra cosa, i suoi docenti non brillavano nel ramo. Sapeva che l'eredità lo avrebbe distrutto, ha cercato una scorciatoia, tentando di cancellare le orme di un passato composto da grandi tratti urbanistici. Inizia un braccio di ferro, non ci interessa il vincitore al momento, stanno giocando per perdere, aspettiamo per salutare Camporesi come prossimo Sindaco, avrà una fortuna invidiabile, peggio dei predecessori non riuscirà a fare neanche provando. Noi ci candidiamo come commissari per Fiera/Palas, i capannoni della Fiera producono energia, il Palas musica malatestiana, sono costati  500 milioni, per difetto, non abbiamo aggiunto gli interessi.