giovedì 21 ottobre 2021

La Volpe della Sabbia

Volevo rassicurare gli animalisti, dopo il giusto riconoscimento in giunta, non potendo ancora gli assistiti rappresentarsi meglio da soli, che la specie animale evocata nel titolo, appartiene a quella "protetta" dal Pd e, prima, dal Pci. Parlo di Maurizio Melucci, detentore delle pagine di Chiamami Città, "grande" cerimoniere della politica cittadina, in versione furbesca. Fatta lunga? Il tema che conferma quanto sopra può sembrare, fuori luogo, ma potrà rappresentare la più grande rivoluzione sociale ed imprenditoriale, con fortissime ripercussioni anche nella maggioranza carliniana. I balneari, la categoria più fedele ed obbediente ai richiami elettorali di Gnassi, prima in proprio, poi per l'intimo Jamil, potrà tra un mese sparire. Il Blog di Melucci pubblica, con finta preoccupazione e leggero godimento, cosa può accadere in attesa del Consiglio di Stato in riunione plenaria. Me lo aveva gà detto Roberto Biagini, forse per educarmi al suo linguaggio, sempre pieno di omissis. Melucci lo aveva già informato, io credo al contrario. Non è questo che interessa. Secondo il racconto del blog ieri si è svolta l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato per decidere sulla proroga delle concessioni demaniali con scadenza al 2033, o con messa a bando, come vorrebbe la direttiva servizi o “Bolkestein” dell’Europa o con prolungamento del periodo, in capo agli attuali titolari. Hanno messo anche le ipotesi su cui scommettere: Rinvio del quesito alla Corte di Giustizia Europea oppure Corte Costituzionale. Tempi previsti: mio nipote fa in tempo a sposarsi. C'era anche un presidio dei compagni di Biagini&Melucci per un Mare Libero dai bagnini. Mauro Vanni, Presidente Confartigianato Demaniali prega anche per Mussoni. La mia opinione, che vale nemmeno a tavola, è che, comunque vada sarà un disastro ancora da definire. Hanno indotto facilmente la politica italiana (tutta) al concetto santificato che una proroga è più duratura di una legge. Sono convinto che questa volta succederà il casino che non c'è stato con il voto. 
massimo lugaresi