domenica 24 ottobre 2021

Un Calcio alla Politica

Per una bella fetta di cittadini appassionati di calcio oggi è una giornata speciale. Accade normalmente due volte all'anno, poi gli "onesti" a prescindere, per una intera stagione mandarono la mia Juve a dilettarsi con il Rimini, con la tremenda accusa mai accertata di avere falsificato un campionato, senza bisogno degli arbitri. Anche la cosiddetta giustizia sportiva ha i suoi Palamara. Non riaccendo polemiche mai sopite come il gol di Turone o la polemica, più recente, con il passaggio dal 2-1 al 3 a 2 dopo che "sciagura" Spalletti tolse Icardi non la Wanda, per mettere Santon. Diedero la colpa ad Orsato. Lo so, sono copiatori seriali, usano la difesa a tre rubata come l'allenatore ed il direttore tecnico alla Juve di Conte. Sono, in questo momento di sciagurate imprese agnelliane, migliori come organico e gioco. L'amico avvocato è preparatissimo sul tema come se al posto dell'Amala Inter ci fossero i bagnini. Non sono riuscito a trovare niente di nuovo nella cronaca locale, i soliti trafiletti inneggianti i vincitori, tratteggiati alle volte come artisti dell'amministrare i buchi nella ferrovia o gli spritz castellani. Mi sono rifugiato nell'argomento nazional-popolare. A Lucio Paesani, noto ultrà della curva, non uno dei tanti candidati od anche primi cittadini che si sono visti due volte con la moglie (?) e la sciarpa d'ordinanza. A Lucio dopo perquisizioni, demolizioni, fogheracce, hanno tolto anche la possibile presidenza del Rimini. Segnale inequivocabile, secondo l'esperto Emanuele Pironi, che non lo volevano. Poi ci sono stati gli astensionisti cronici e quelli incazzati oltre ad un leggero errore nella collocazione geopolitica. Il regime riminese aveva già deciso chi doveva vincere. Chi urla oggi giocava dall'altra parte. E' finita, ha vinto meritatamente ma troppo largamente, Jamil Sadegholvaad, i suggeritori hanno alchimiato una buona giunta, con le solite figurine che non contano nemmneno nelle altezze stratosferiche del Tibet, altri che possono colmare la conoscenza superficiale della città. Vedete la differenza abissale con una volta è la sparizione del grande partito, sostituito con una associazione d'interessi alle volte coincidenti con quelli cittadini. Quel sistema ti imponeva di conoscere problemi e realtà. Oggi parte un selfie e la riunione è finita. Sono amministratori da Cepu, corsi abbreviati in Dad. Eppure i problemi sono aumentati. Siamo nel guazzo della indecisione. Quale città vogliamo ricostruire? Cullarci negli allori delle capitali o iniziare una sana pulizia sociale e turistica che permetta la rinascita? Se Jamil riesce nell'impresa ha vinto per molto tempo. Il rovescio invece sarà durissimo. Non basterà una piscina sulle rotelle che devasta un parco.
massimo lugaresi