sabato 9 ottobre 2021

Una Croce sul Catasto

Il risultato delle recente elezioni ha messo una croce sulla riforma del catasto avviando quel processo di revisione delle rendite che ha resistito per oltre vent’anni. Il nuovo Catasto Fabbricati sarebbe infatti dovuto entrare in funzione il primo gennaio dell’anno duemila con la famosa trasformazione della consistenza immobiliare dai vani al metro-quadrato. Una riforma che ha trovato una opposizione per oltre vent’anni ma che ora è stata messa sul binario di partenza. Draghi non se l’è fatto dire due volte che il momento era propizio. Con quasi il cinquanta per cento dei cittadini che non va alle urne e con il crollo dei partiti che negli ultimi anni sembrava fossero in favore di vento, ha colto l’occasione al balzo per accelerare sulla riforma fiscale, riforma che ovviamente l’Europa “ci chiede”. D’altronde il tema fiscale è sempre stato un tema ostico da affrontare, lo abbiamo visto anche a Rimini nelle recenti elezioni dove la questione era assente in quasi tutti i programmi elettorali (ad eccezione di due righe riportate nel programma del sindaco Erbetta). Ho tentato di propormi come persona che poteva mettere a disposizione del candidato sindaco le competenze e le conoscenze sulle problematiche che toccano le tasche dei cittadini ma, di tasse, non si è voluto parlare. Nemmeno di quell’idea che voleva proporre l’azzeramento dell’aliquota IMU per le aree fabbricabili, una vera e propria disgrazia per molti cittadini/contribuenti che si ritrovano un terreno di proprietà in un periodo in cui il mercato immobiliare è in profonda crisi. Tassazione che, con la nuova IMU, entrata in vigore il primo gennaio dello scorso anno, è andata ad interessare un maggior numero di cittadini visto che anche i giardini non accatastati con il fabbricato saranno tassati come aree fabbricabili. Molti cittadini non sono stati messi a conoscenza di queste novità ed è probabile che nei prossimi anni si ritroveranno notificato un accertamento per omessa dichiarazione ed omesso pagamento IMU. Gli stessi giardini ed aree fabbricabili che entreranno, per la prima volta, tra le informazioni conosciute e gestite dal catasto. La riforma del catasto prevede infatti di individuare anche i terreni edificabili accatastati come agricoli per poi accelerare sul loro corretto classamento. La riforma quindi si farà e, per renderla blindata, hanno previsto una serie di rafforzativi che avranno un duplice scopo: da un lato aggiornare e modernizzare le informazioni con la condivisione dei dati e dei documenti tra Agenzia delle Entrate e Uffici Comunali per contrastare l’evasione e l’elusione fiscale e, dall’altro lato, confondere i cittadini sull’aspetto del “nessuno pagherà di più”. Rafforzano la revisione del catasto: l’attribuzione di rendite e valori espressi dal mercato, l’identificazione dei fabbricati fantasma, la congruità dei classamenti; la conoscenza dei terreni edificabili, gli immobili abusivi. Le nuove informazioni ed i nuovi classamenti concorreranno a formare la nuova base imponibile sulla quale dovranno essere determinati i nuovi parametri e le nuove aliquote (più basse essendosi alzata la base imponibile) da utilizzarsi per la nuova tassazione immobiliare. Il sistema così composto permetterà agli uffici di motivare le diverse tassazioni che si verranno a determinare con la riforma catastale con l‘obiettivo di confondere il cittadino/contribuente sulla questione del “nessuno pagherà di più o di meno”. Ciò sarà possibile in quanto l’unico dato certo, tra tutte queste voci, è quello riferito alle imposte attualmente pagate mentre tutto il resto deriverà da stime (evasione, fabbricati fantasma, sistemazione dei valori incongrui, aree fabbricabili), i cui dati saranno valorizzati in funzione degli importi necessari a garantire il giusto equilibrio. A nulla servirà pensare: “chi ha tutto alla luce del sole non pagherà di più di prima” perché gli elementi che entrano in gioco in questa riforma sono numerosi e ben armonizzati tra loro e difficilmente il prima ed il dopo potranno combinare nell’importo da pagare. Quindi non aspettatevi di avere un vantaggio dalla riforma. Il vero vantaggio potrebbe ottenersi solamente negli anni a venire qualora la Pubblica Amministrazione riesca a fare buon uso delle nuove informazioni che si verranno a conoscere sugli immobili. Questo presuppone che gli archivi siano costantemente aggiornati, che le azioni di recupero dell’evasione e dell’elusione siano gestite con tempestività e competenza e che gli amministratori siano illuminati nell’analizzare i dati e sulle scelte della tassazione. Non possiamo essere troppo ottimisti su questi temi. 
 Lisi Fabio