venerdì 15 ottobre 2021

Parto dalla Bolkestein

Da 10 anni scrivo (verme solitario) che la norma europea non permette vie d'uscita. Non significa però che il secondo grado di giudizio amministrativo, formulato dal Consiglio di Stato sia l'ultimo atto, come spera il liberatore delle spiagge, dopo anni di letargo demaniale. Abbiamo visto precedenti giudizi espressi: Corte Costituzionale, Corte Europea e Commissione, senza esiti per la "semplice" ragione che "tutte" le grandi forze politiche sono contrarie. I giochetti prorogano lo stato di fatto, direi lo peggiorano. La cosa cambia se si fa riferimento al Codice della Navigazione che pone paletti chiari, decisi, emanati nel 1942. Per bloccarne l'efficacia, il legislatore deve entrare ed esporsi nel merito. Cambiando, si corre il rischio di rendere inefficace l'impianto normativo. Lascio perdere la stronzata del diritto d'insistenza, poi annullato, ma gli atti di concessione, da sempre, non regalano aspettative dopo la scadenza del contratto. Il Codice della Navigazione come norma "speciale" supera eventuali norme ordinarie che possono lasciare spazio ad interpretazioni ad umbrella. Il Codice non parla di bandi obbligatori, ma stabilisce che in caso di concorrenza fra due o più istanze, la discriminante diventa chi persegue "il maggior interesse pubblico" e quando la "discriminante" è inapplicabile, si passa all'offerta di canone più alta. Rimini in particolare può vantare un Piano Spiaggia che è stato approvato e determinato come di Interesse Pubblico, inoltre definito in lotti da mettere direttamente in gara. Se qualsiasi cittadino chiede di ottenere in concessione uno o più lotti, diventa il "teorico" concessionario futuro. Molto probabilmente anche gli attuali concessionari dello stesso sito demaniale e/o altri, potranno richiedere lo stesso lotto. In questo caso la concessione viene rilasciata a chi offre il canone più alto. Scattata la fotografia,
 gli attuali beneficiari che, mi dicono, hanno ottenuto una concessione con scadenza 31.12. 2022 farebbero meglio ad abbandonare l'intransigenza credendosi "protetti" anche dal successore del Principe ed aprire un confronto propositivo con REGIONE E COMUNE, senza "cacciare" il Melucci di turno dal Sun. Va considerato che gli eventuali concorrenti possono fare domanda da subito, forti di potere dimostrare che l'assegnazione deve essere espletata con il dovuto margine di tempo, onde evitare una specie di limbo, ossia una spiaggia non organizzata, che danneggerebbe l'interesse collettivo. Stabilita la questione in termini giuridici e sfido chiunque, anche un "demaniale" a corrente alternata, sostenere che non sia corretta, in ogni sua parte. Da vecchio amministratore che sbaglia però le sponde d'attracco, auspico che gli attuali concessionari aprano subito un confronto propositivo che riesca a produrre meglio di quanto previsto nel piano spiaggia. Non vorrei passasse la stupida idea di chiudere centinaia di unità ricettive, che avrebbe ripercussioni tragiche sulle imprese balneari. L'alternativa, sempre difesa, ai tempi dell'assessore Ferri (oltre 20 anni fa), prevedeva la vendita delle aree in fregio al lungomare, agli albergatori, per creare i sevizi oggi mancanti. Gnassi ha fatto i giardinetti ed ha fatto sparire i parcheggi, ma come rilevato il bravo Silvestri, i numeri non cambiano. Riccione ci ha doppiato. Non mi piace però litigare per niente. 
PS Chi ha mai portato tanta gente in Piazza? Tutti portuali?
massimo lugaresi