domenica 6 novembre 2022

Disposti a Tutto

La politica, in particolare nella versione italiana, credo abbia mostrato di tutto. Però la campagna di fusione tra due forze politiche divergenti dalla nascita, rappresenta un primato scandaloso. Non ci sono ragioni plausibili che la possano sostenere. I due schieramenti hanno vissuto gli ultimi 15 anni come antagonisti, ferocemente divisi. La seduzione è iniziata con le elezioni regionali, resa quasi obbligatoria in quelle locali, dove pudori e rossori spesso scompaiono per una poltroncina comunale. L'ultima avance, considerata (una volta) al pari di quelle di Spacey, viene avanzata da Zingaretti, ex segretario Pd, uno dei più "colpevoli" del disastro piddino, ma onorato con la poltrona (decennale) da governatore del Lazio. Il suo appello raggiunge la disperazione, quando invita i grillini della Taverna, oltre Calenda ed il socio Renzi, a fermare la destra. A Rimini sembra siano oltre. L'allarme arriva ai vertici istituzionali monocratici che passerebbero anche loro alle destre. Dimenticano il centro che, per quanto affidato, part time, alla Ronzulli, fa parte della coalizione, almeno con Tajani. A febbraio si vota nel Lazio, dipenderà molto dal freddo e dalle trivelle che si muoveranno nell'Adriatico. Altra memorabile vittoria ambientalista in casa Pd. I nostri "verdi" non li vogliono nemmeno a Zelig, però si sono apparentati con un partito destinato all'estinzione. Si potrà verificare qualche fenomeno di subsidenza, meglio però annaspare che dare ragione a Putin.
massimo lugaresi