venerdì 18 novembre 2022

Intercettato

Non sto parlando del missile intercettato, fatto cadere (per accurato errore) in Polonia, ma del Presidente del Coni, il longevo Malagò, buono per tutte le stagioni sportive e politiche, compresi i repentini cambi. Vive ed opera a Roma e nella Canottieri, una sorta di Capalbio dello sport. La chiacchierata rapita, come sempre "arriva" a Repubblica. Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, è finito nelle intercettazioni nell'ambito dell'inchiesta, archiviata, sulla presunta tangente pagata per l'assegnazione dei diritti televisivi. Nessuna tangente per il petrolio televisivo, ma tra le frasi riportate da Repubblica, tanti protagonisti del mondo del calcio come ad esempio i presidenti di Serie A definiti "dei delinquenti veri". La Lega calcio "è un'organizzazione di diritto privato... perché altrimenti li arrestavano tutti, perché li hanno trovati colpevoli di corruzione sei anni fa con noi". Tra i nomi  menzionati da Malagò nelle intercettazioni ci sono, con enorme sorpresa, Preziosi e (impossibile) Claudio Lotito, definito il capo dell'allegra combriccola. Prendo lo spunto per dire che la sceneggiata si ripete, solo la Juve ha pagato duramente per una combine sportiva che ha visto assolti tutti gli arbitri ed il solo colpecvole si chiamava Moggi Luciano, non per caso direttore sportivo della mia Juve. Non voglio rivangare una delle più discutibili interpretazioni della giustizia legata allo sport più famoso. Una decisione che solo in Italia poteva essere accettata come punizione della più forte.
PS Mi scuso con i lettori muniti di diverse fedi calcistiche, ma ho letto (tutto) il faldone di Calciopoli. Uno spaccato dell'ingiustizia, ma anche del calcio all'italiana.  
massimo lugaresi