Facciamo un giochino con un compasso, facendo perno su Rimini, disegniamo su una cartina un semicerchio con un raggio di circa 25 km , evidenziando su di essa i maggiori centri commerciali ed i relativi marchi. Risultato: un’esondazione di marchi Coop e Conad. Strano? Non in questa Regione, non con questi Amministratori. L’unica eccezione fu L’Iper di Savignano, del gruppo Finiper, partecipato Mediobanca, il cui Amministratore Delegato, per ottenere la licenza a favore del suo gruppo e non alle solite Coop, all’epoca pubblicamente dichiarò sui quotidiani:”…. Se la Regione non concede al nostro gruppo tale autorizzazione… allora renderò pubbliche certe carte che ho in mano…”. Di cosa si trattasse non è dato saperlo, possiamo immaginarlo. Le recenti polemiche sorte sull’ampliamento commerciale dell’area “Le Befane” rientrano pienamente in questo contesto. Al momento si parla solo di “contatti informali”, nulla è stato ufficialmente richiesto né protocollato. Ai fini pratici si, ma ai fini politici non è difficile immaginare una forte pressione in merito a tale ampliamento, a beneficio delle solite Cooperative. Anche la discesa in campo del Presidente Vitali che getta acqua sul fuoco, rassicurando che sono decisioni “sovraprovinciali”, non ci tranquillizza: tali concessioni dipendono dalla Regione, abbiamo visto sopra con quali risultati. Questa indiscrezione sull’ampliamento forse è una notizia voluta, per tastare il terreno e forzare la mano prima della fine della legislatura. Le vere danze sono sul mattone, alla faccia del centro storico, ormai boccheggiante. Questi i numeri in ballo: i capannoni ex-Corial sono fermi, le superfici commerciali disponibili per gli allargamenti sono circa 15 mila mq, compresi gli stessi stabilimenti ex coca-cola. Unico problemino, cambiare la destinazione d’uso di buona parte di queste aree, da produttiva - artigianale a commerciale. La storia ci insegna che a Rimini sono bravi, basterà un’ennesima variante, la settantesima, per gli attuali amministratori.
Consoliamoci, a noi cittadini non rimane altro che la Carlucci in tv. Forse dovremmo cambiare i “ballerini” locali . Senza televoto, basta una scheda. Elettorale.
Massimo Angelini