martedì 23 febbraio 2010

Voglia di Cambiare

Dopo Pizzolante, Miserocchi apre una prospettiva che pare preludere ad un fronte di liberazione più ampio per le prossime elezioni comunali superando i decisivi confini del Popolo delle Libertà, parole importanti, che troveranno riscontro all'indomani delle elezioni regionali. La scommessa verte sul natura dei segnali, fumismi di facciata o finalmente qualcosa di serio e profondo? I dubbi sono tanti, partendo dall'assenza di un partito pensante, il confronto interno è condizionato da troppi personalismi. Pensare ad una vittoria e lavorare per la scontata sconfitta, con i soliti che prenotano posticini, sembra un passato già visto, il vantaggio regalato dai dieci anni di Ravaioli-Melucci, non sarà riconcesso in futuro. Il secondo aspetto riguarda la preparazione di un progetto convincente e realizzabile per la nostra realtà, partendo da tre aspetti fondamentali, mobilità, ambiente, servizi. Il terzo, più serio e maledettamente vero, riguarda le risorse da impiegare, ripulita la cassa, lasceranno debiti e swap in eredità, Gnassi ha insegnato a buttarla sul patto di stabilità, come fosse finanza rosa, rimane il dramma di una Città senza un soldo, li hanno sperperati accontentando il loro mondo di riferimento, gli eredi non potranno esentarsi dall'accollarsi mutui. L'aspetto inquietante che perfino Gambini, in versione Draghi, chiede una seria verifica sulla salute finanziaria del Comune, la nascita della Holding rappresenta un passaggio senza ritorno verso la catastrofe. Non esiste posta nel bilancio degli investimenti che sia garantita, siamo ritornati indietro di 30 anni, quando tutto era legato al volere degli dei, allora gli enti locali potevano indebitarsi fino al collo, pagava lo Stato, oggi ricorrono a strumenti miracolosi, per contrarre altri debiti fuori bilancio. Tornando ai due politici, Pizzolante sembra  fare riferimento alla vecchia cultura socialista, interessando un mondo non sparito, solo disperso, Miserocchi più strutturato e legato a CL, cerca risposte ai dettami di una Chiesa delusa dai comportamenti politici, rimane il fatto che sono state tante, troppe le occasione dell'amministrare a Rimini, oggetto di forti scambi e premurose attenzioni verso la Compagnia delle Opere. Nessuno deve smettere di operare, anzi, il bieco consociativismo che partorisce 70 varianti non ci sembra un bel risultato da portare all'esame elettorale dei cittadini. SalvaRimini erede legittima di LiberaRimini si collocherà con il polo che meglio esprimerà le nostre convinzioni, non parliamo di ideali, i nostri li hanno traditi e continuano a farlo spudoratamente.