mercoledì 24 marzo 2010

Dalla Russia

 Tutti impegnati a portare russi a Rimini, dal Governatore Errani pronto a spendere milioni in pubblicità, al Vice che organizza truppe e strategie, per finire all'immancabile Aia di complemento, un avanti popolo che ringiovanisce.  Alle  grandi promesse seguono da copione i fallimenti, stile Fellini, aereo e fondativo, spendiamo più nella promozione che i presunti turisti nella nostra città. La verità la  raccontano coloro che trattano da anni con i russi, parlando di una Rimini che era più conosciuta di tante grandi città italiane, dopo  Roma, Milano, Venezia c'eravamo noi, sono venuti, non è piaciuta, non sono più tornati. Se fosse solo una questione promozionale basterebbe copiare dalla Versilia, città come Forte dei Marmi fondano totalmente il loro fatturato turistico su questi clienti. Il vero tema è il prodotto città, sacrificato sull'altare di interessi privati, che si chiamino grattacieli o albergatori che non vogliono nuove strutture o bagnini e chioschisti che brigano per non rinnovare la spiaggia, se aggiungiamo una rete commerciale con le gioiellerie diventate pizzerie al taglio e le boutique tutto ad un euro, la nuova cartolina fa rabbrividire, l'autore vola a Bologna come premio per averla realizzata. Il nostro amico Ciro, nel mercato russo da una vita, come noleggiatore d'auto, ci racconta che quando un turista gli chiede dove andare e divertirsi, lui risponde con la solita frase dei mille posti a disposizione, quando gli chiedono di essere più preciso ed indicarne qualcuno, la cosa diventa ardua, se non è sabato, al Marano e Paradiso non c'è un cane, il locali riminesi non sono apprezzati dalla loro cultura godereccia, potremmo dire di rivolgersi ai Bonini quelli che vedono sempre aumenti vertiginosi, scambiandoli con gli incarichi ricevuti.