sabato 20 marzo 2010

Mercato Ittico

Bertino Astolfi è diventato alfiere del Mercato Ittico, pur non sapendo di cosa parla, l'importante è fare boba, qualche titolo, un renzismo di difficile collocazione nella sinistra. Tornando al tema, stavamo pensando dove fosse, quando lo scrivano di questo blog, ha condotto un'altra solitaria lotta contro la scelta dei Gamberini e Ravaioli, desiderosi di spostarlo al Centro Agroalimentare, era forse troppo impegnato a manomettere il cartello di Marebello, spostato sei metri all'indietro, strategici per i destini della frazione. Lo amiamo, come lo abbiamo sempre amato, personaggio folcroristico, quasi genuino, non abbiamo mai capito cosa c'entri con Franceschini, tanto meno con la politica, sarebbe come confondere un tifoso da bar con Mou. La questione del Mercato del Pesce è molto semplice, caro Bertino, dopo cinque anni è ancora ferma come fosse il teatro delle canocchie, il piano particolareggiato che comprende tutte le aree demaniali è al palo, con la bella pensata di posizionare un museo tarocco in mezzo ad una zona industriale. Rimane un elemento importante di una serie di destinazioni da mettere in fila ed in regola: messa in sicurezza del porto con l'avamporto, al posto del brufolo di Arlotti, trasferimento del pescato in riva sinistra, liberando piazzale Boscovich dall'accampamento del consorzio, trasferire le forze dell'ordine in darsena per concedere più ormeggi ai pescatori, dotare sempre la riva sinistra, di servizi per la marineria, elettricista, meccanico, oleodinamica, riorganizzare lo scalo d'alaggio con il travel lift. Non avverte neanche l'aspetto più politico, mentre ai Signori della Sabbia tentano di garantire le concessioni per 20 anni, con una semplice verniciata ai capanni, agli imprenditori concessionari delle aree demaniali portuali, disposti ad investire milioni per realizzare una nuova zona artigianale, viene imposto il bando pubblico, ci fermiamo, mal di testa e qualche conato, mal di mare.