domenica 4 aprile 2010

I Profeti


Casta, trombati, innovazione, giovani, donne, lavoratori, mai tante parole sono state usate insieme, sarebbe facile chiedere, dov'eravate e cosa avete fatto. La mia convinzione  prende le mosse dall'imbarcata nel Pci di quelli che ho sempre chiamato gli uomini della Cappelletta. Dopo Diotallevi e Ceccaroni, hanno espresso la classe dirigente di tutti i passaggi storici ed organizzativi, settari che hanno creato un partito ad immagine e somiglianza. Gli errori dei Chicchi e dei Gambini, con tutto il seguito, non sono stati minori di quelli di Melucci, basta osservare la loro creatura, il Prg di Rimini,  Se la sinistra riminese non parte da qui, è inevitabile  commetta gli stessi errori, iniziando con il far passare gli uomini della terza, quarta fila di allora, come il nuovo e non il peggio del peggio. In tanti anni di dominio assoluto, incontrastato, al di fuori delle loro battaglie interne, questa generazioni di falsi profeti, pronti ad indicare la nuova strada, ha finito per creare per malvagia selezione della razza politica, un'imbuto all'incontrario, i buoni se ne andavano, rimanevano gli imbecilli, pronti, per piccoli opportunismi, a recitare poesie a memoria. Lo stessa fusione con i cattolici margheritini, non è stato incontro tra due culture, ma mischione di opportunismi, non a caso tutti i dirigenti della Dc locale sono entrati nel Pd, con il corredo di nani al seguito. Questa fotografia come tutte le panoramiche difetta nei particolari, credo rappresenti la sostanza, nella lunga gestione del potere, l'etica è diventata sempre più labile, giustificata dalla frase"abbiamo vinto". Mi fermo quì, mi farebbe piacere che Melucci rimanesse a casa, Gnassi rassegnasse le dimissioni, per iniziare un cambiamento, partendo da progetti concreti e realizzabili, sul piano organizzativo un partito che aspira ad un futuro deve contare su una base solida, non cercando inutilmente segretari forti. Non è vero neanche che gli altri sono peggio.
SANDRO BASCHETTI