giovedì 1 aprile 2010

Parla Gnassi

L'avvenimento va esaminato con occhiali democrat, li abbiamo trovati usati e strabici, appare evidente la diversità di giudizio tra Gobbi e Gnassi, il primo cresciuto alla scuola del primum negare, più furbo che intelligente, ha espresso un parere bersaniano, è andato tutto bene, il secondo, nato nell'apparato e non allevato al lavoro, ha capito subito che i risultati negativi erano la condanna della sua candidatura, ha preso salutare distanza dal socio Melucci, il Male di Rimini. La sua elezione a segretario. era stata da noi definita con largo anticipo, un frutto della mediocrità politica che assale il Pd, una combine personale con il vero padrone del partito(?) di Rimini. L'eterno infante non si smentisce, incolpa il fratello maggiore di avere rovistato nella marmellata, dimenticando che il suo colpevole silenzio assenso è la condanna senza appello alle sue ambizioni. E' stato un coprotagonista silenzioso, per la non conoscenza dei fatti della Città, ha scelto Veltroni omaggiandolo sotto l'Arco dell'Us pò fè, passando senza remore a Bersani più vicino geograficamente, ha scelto gli uomini nella Giunta dividendoli con il Vice, ha cacciato Bonadonna, accompagnato alla porta con un tso, perchè chiedeva che si discutesse nel partito, in tre anni ha apparecchiato tavoli privi di ogni confronto, ha scelto un cardinale che visti i trascorsi politici e le casacche cambiate è un richelieu dell'opportunismo, ha indicato Ermeti ed il Forum per un cinecittà dell'urbanistica che passerà come la grande patacata riminese, superata forse dal Trc e Palas, una volta pagato. Può dimostrare, dimettendosi, di essere arrivato alla maturità, pensare che la speranza sia diventato Fabbri avvilisce.