lunedì 3 ottobre 2011

Dagli alla Lega

Sembra diventato sport nazionale, mancano le intercettazioni poi si potrà consegnare lo scudetto di questo campionato che si celebra con frequenza giornaliera, giocato quasi sempre in campi sudisti. Napoli è quello preferito, le ripetute visite compiute da Napolitano, non mettono in luce la monnezza che ancora riempie le strade De Magistris ma gli aneliti secessionisti di Bossi. Non riusciamo a capire, eufemismo per dire che capiamo benissimo, perchè questo clamore sulle intenzioni della Lega che da almeno quindici anni chiede di separare il Nord dal resto del Paese. Che sia un desiderio irrealizzabile il Senatur lo sa benissimo, il federalismo era la risposta politica a questa necessità, quando leggiamo che il Cipe ha stanziato duemila miliardi per le Università nel Meridione, gli sperperi per Palas e Trc diventano opere parsimoniose. Non abbiamo mai nascosto una vecchia delusione, tutta politica, per il Giorgio comunista, leader della corrente migliorista, che non ha voluto condurre un terzo dell'elettorato italiano verso le naturali sponde socialiste, in linea con il resto dell'Europa e del mondo, lasciandolo nelle mani distruttrici del piagnoso Occhetto, così come non apprezziamo questo ripetuto giochino di bastonare verbalmente un partito con fortissime radici nella parte più produttiva del Paese. Perchè adesso e solo adesso? La ragione è semplice, lo stare lealmente vicini al Cavaliere e fornire a questo Governo la parte migliore di una compagine nel complesso peggiore di quella prodiana, è stata una colpa, abbattuto eroticamente prima che elettoralmente B, non rimane che Dagli alla Lega.