venerdì 7 ottobre 2011

Sindaci in Banca

Abbiamo letto che finalmente la politica, quasi tutta, s'interessa del caso Carim. Fino all'arrivo dei commissari è stata area di ripopolamento esclusivo per pochi fortunati curiali e ciellini, non abbiamo mai capito la differenza, per apparire democratici è stato inviato da Bugli anche Piccari, questa l'abbiamo capita, aspettiamo la relazione dei commissari, per vederci più chiaro. Non ci è dato conoscere l'esistenza di altri istituti per così lungo tempo sottoposti ad una stretta sorveglianza, sarebbe bastato questo aspetto inquietante per realizzare una necessaria pulizia, succede il contrario, attorno al pregiato tavolo alla fine girano gli stessi, in questo momento prevalgono i pasquicchi. La necessità di una robusta ricapitalizzazione si scontra con la speranza che non si perda la fortissima riminesità espressa dalla Banca quando era amministrata in termini diversi, uno degli istituti più ambiti dal mercato, per la sua solidità e la presenza di percentuali d'insolvenza vicine alla zero. Non servono omelie provinciali, ma soldi, tanti che non sono appannaggio della nostra imprenditoria molto incentrata sulle fortune del laterizio. Gnassi non ha mai espresso un giudizio sull'argomento, meglio così, se deve fare l'eco a quelli del Gemello meglio tacere. Rimane da stabilire il destino della Fondazione, i responsabili del passato sembrano ancora presenti, le realtà locali sono assenti ingiustificate da sempre, per gestirla come è stato fatto, andavano bene anche i nostri sindaci, siamo sicuri che non avrebbero fatto peggio.