venerdì 28 ottobre 2011

Sette Chiese

Gardenghi lo abbiamo definito in tempi abbondantemente sospetti un grande incettatore di cariche, non esisteva associazione, fondazione, società, azienda, fiera, palas nella quale non fosse presente, il suo bigliettino da visita era diventato ingombrante. Padrone da sempre di Confartigianato, ha assunto i bagnini spacciandoli come artigiani della sabbia, è stata la sua fortuna, colpo grosso associativo, con implicazioni politiche rilevanti che lo hanno costretto al gioco da lui preferito, quello dei passaggi laterali bipartisan, rimane con Bugli uno delle poche persone intelligenti in una Città di mediocri stipendiati, qualcuno anche premiato. Leggiamo che questa mattina dopo la sistemazione accurata dei capelli ha lanciato strali pesanti contro Pasquinelli, reo di percorrere il tragitto obbligatorio per chi presiede la Fondazione: il Giro delle Sette Chiese con traguardo in Curia, le altre sei non contano niente. La pantomima della ricapitalizzazione sta assumendo contorni che hanno abbandonato da tempo l'ambito del ridicolo, sfociando in quello drammatico. La cordata riminese non sembra in grado di scalare Covignano ed arrivare alla Madonna delle Grazie, le banche italiane sono in debito d'ossigeno, appellarsi al mantenimento di una riminesità quando il Governo al completo si è presentato in Europa con il cappello in mano ed il capo cosparso di cenere tedesca, suona come offesa alle timide intelligenze nostrane. E' stata amministrata male la Fondazione, molto peggio la Banca, l'unico personaggio che non aveva mai partecipato alla corsa curiale, è stato estromesso violentemente quando ha avuto il coraggio di raccontare come stavano le cose dentro Palazzo Buonadrata, parliamo di Aureli, sostituito da pasquicchi dotati della penitente password. La cosa più avvilente in questo brutto pasticcio è il silenzio del Sindaco, si lamentano le ochette del palazzo per i tagli del governo e non osano pronunciare una parola sulla cassaforte prosciugata?