martedì 4 ottobre 2011

Niente

L'elezione della Petitti, ricorda la pubblicità del Mulino Bianco: una casetta, un campo di grano dorato, musichetta, una giovane donna e tante poesiole. Un quadretto che riporta alla mente il film già visto: l'arrivo di Veltroni all'Arco d'Augusto, tutti piangevano e si abbracciavano nella convinzione di aver ritrovato la fragranza del partito. Dopo pochi mesi erano tutti d'accordo per mandarlo a casa, seguendo la logica di un apparato sempre più legato agli interessi di chi ne fa parte. Non hanno partecipato alla raccolta di firme sui quattro vecchi referendum, ne sul porcellum voluto da D'Alema, montano sui carri vittoriosi come portoghesi della politica, usando un elettorato che ha seguito posizioni e candidati diversi da quelli espressi dai vertici, sembrano ancora un partito per la presenza blindante di B, ma sono destinati nel futuro prossimo a diventare almeno quattro componenti distinte, con il ritorno dei prodiani, forti del successo ottenuto con Di Pietro. Vi chiedete cosa c'entri questo con l'elezione dell'Emma preferita dal 98,6% dei presenti? Niente, ma niente davvero, sono due cose distinte ed inconciliabili, la discesa precipitosa della qualità politica, con l'avvento di personaggini che girano con la P sulla schiena, non stupisce, potevano eleggere anche Lombardo non sarebbe cambiato nulla. Comanda chi ha il potere, quello dei partiti si manifesta prima delle elezioni, le nomine sono ormai appannaggio degli eletti dal popolo, questa è la ragione del dissidio tra Gnassi e l'apparato democrat. Se non la pensassimo così, avremmo potuto chiedere alla neoeletta un parere sulla passata gestione amministrativa o cosa intende fare per cambiare musica, nel suo multiruolismo di consigliere comunale, segretaria, quota rosa e coordinatrice del Piano Strategico. Poteva giocare all'attacco in questi ultimi cinque anni, invece di annoiarci con vacue sinfonie, ricordiamo quella sul trc, un trattato sull'inutilità del pensiero. Ha giocato e stravinto masando i suoi pensieri, non ha emesso un lamento fuori posto, come se Gnassi fosse la protesi logica e benedetta di Ravaioli&Melucci, dal niente non ci aspettiamo niente.