mercoledì 19 ottobre 2011

Pieni di Debiti

Per sperare in un vero cambiamento occorre raccontare la verità, quella di parte ripropone i temi gestiti dai professionisti della menzogna. Non è successo solo nel passato, le porcherie continuano ancora, assumiamo il caso del demanio, destra e sinistra sono concordi nel dire che 400 euro all'anno di concessione è prezzo giusto oppure fingere che la privatizzazione dell'acqua a Rimini non esista o raccontare che servono 40/50 partecipate. Il debito pubblico non è frutto solo di speculazioni bancarie o dei grandi gruppi, ma dei tanti soggetti che lo hanno avvallato, spinto, usato. Nel grande calderone dei due milioni di miliardi sono confluiti debiti accumulati dalle amministrazioni locali, dalla sanità, pubblico impiego, assieme ad aziende salvate con la complicità sindacale, aggravata da pensioni giovanili che rappresentano l'aspetto più umiliante per giovani e precari, erano gli anni nei quali albergatori e bagnini comperavano un appartamento all'anno, denunciando tre milioni. Una banca si è divorata 400(?) milioni, senza che nessuno racconti come, destra e sinistra ripropongono le stesse facce, con l'indispensabile benedizione curiale, risparmiateci almeno i sermoni contro l'evasione fiscale, letti dal cancellato Vitali. Non è sopportabile che i media riminesi accettino le presenze festaiole con un comunicato di parte come fosse la questura, perpetuando il vecchio scambio con due pagine di pubblicità. Potevate allegare anche l'estratto conto Unicredit, sarebbe stato utile per fare conoscere ai ventimila(20.000) cittadini riminesi con figli e nipoti, la quota parte del debito per la conchiglia girabile. Lasciamo per ultimi, non certo per importanza, i veri poteri forti, alcuni fortissimi, le coop, la compagnia delle opere bipartisan e le associazioni sponsorizzate, la luce pagata ai Pazzini è la pagliuzza, i piloni sono ben altri. In Argentina non sembra cambiato molto, in Russia comanda l'ex Capo KGB, noi dobbiamo sperare in Draghi e Monty? Gnassi può girare in bici con la squadretta, prima o poi s'accorgerà dove lo ha messo Melucci.