martedì 17 luglio 2012

Ben-- Arrivati

BEN--ARRIVATI! L’approccio al problema riminese sulle Fogne è diventato, leggendo i quotidiani locali, un tema che assume gradualmente le sembianze di un campionato di calcio dove tanti scoprono la voglia di dare soluzioni al problema come esperti allenatori di un ipotetico Bar Sport. In realtà l’opera di sensibilizzazione di BMIM (Associazione Basta Merda in Mare) portata avanti in tutti questi anni ha raggiunto, da tempo, il suo scopo e ora tutti hanno capito che siamo una città di Mare e non una città sul Mare e che il Mare esige rispetto per poter, a sua volta, aiutarci nel nostro sviluppo turistico. Penso, anche per merito della stampa locale e di internet, che la città abbia superato la fase critica iniziale, quella delle famose tre scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano e finalmente l’Amministrazione (quella precedente, ma solo a fine legislatura) e ancora di più l’attuale, guidata dal Sindaco Gnassi, supportata dal consiglio comunale, ha avuto il coraggio di cambiare un progetto già votato sul sistema fognario riminese per dare veramente una svolta al problema . Ora tutti siamo in attesa di inizio lavori e non di innovative proposte, tutte da verificare, che a tempo scaduto risultano inutili. L’unica vera proposta che sarebbe urgente arrivasse al Sindaco è quella fatta dal direttore di Hera Rimini, ing. Minarelli, uno dei pochi con i quali abbiamo potuto confrontarci a pari livello. Infatti, appena arrivato a Rimini, capì quale era il vero problema riminese. Per questo motivo il direttore Minarelli ha richiesto formalmente, durante una commissione sulla Balneazione, all’Ordine degli Ingegneri che questo si spendesse in prima persona per dare suggerimenti sullo scarico ex Ausa, a piazzale Kennedy, vera “cloaca maxima” dove alcuni tecnici e operatori turistici ancora sostengono una condotta per spostare la merda a 800 metri dalla riva! Ora,come sempre accade, dopo avere lasciato il lavoro duro e “sporco” ai soliti idealisti che mettono il loro tempo, denaro, rompendo anche consolidate amicizie, pur di arrivare alla metà, arrivano sulle cronache locali personaggi che si propongono con le loro idee e spesso, con le loro forze politiche o associazioni, alla tutela degli altri. In realtà è il Mare che si doveva tutelare fin dalla prima conoscenza del problema fognario (anno 1985!) quando invece proprio alcune di queste associazioni fecero da supporto alle amministrazioni riminesi per poi sparìre nel nulla e ricomparire offrendo supporto legale ai possibili “pazienti zero”. Dopo la sentenza del giudice Talia, la Procura della Repubblica, impegnata sicuramente su altri fronti, trascurò il consiglio di ulteriori indagini, messo a sentenza, e solo dal 2011, forse per un ricambio generazionale, si è posta il problema di ricercare non tanto le possibili soluzioni che erano già in cantiere,quanto il possibile” attentato alla salute pubblica”. Il Piano Strategico Territoriale, al contrario, fin dalla sua prima riunione, riuscì a capire cosa voleva dire mettere la” merda “ nelle condotte sottomarine, già progettate, e spingerla a 500 metri dalla battigia. Nel PST, infatti, cominciammo tutti insieme a “sognare” di sdoppiare il sistema fognario riminese per poter utilizzare l’acqua marina per il Seawelness, tutto l’anno, portandola anche dentro agli alberghi. Naturalmente i soliti “volpini” della costa, abituati a vendere al turista pure l’inesistente, hanno cercato la Bandiera Blu, anche nel 2012, e proprio durante la Notte Rosa la Bandiera Blu di Cattolica si è trovata con la merda in mare e con il divieto di balneazione come Rimini . Cari concittadini, siamo tutti noi colpevoli di questa situazione ,con o senza nipotini da tutelare sulla battigia e speriamo che anche la tassa di soggiorno degli ospiti possa contribuire a farci ritornare nel più breve tempo possibile i primi nella “Vera Depurazione”. 
Dr. Sergio Giordano (presidente e co-fondatore dell’associazione Basta Merda in Mare)