Io purtroppo non c’ero, ma chi c’era ha riferito di una festa davvero bella,
piena di gente, di musica e di allegria. Un successo annunciato, che ci ha
allontanato, almeno per una serata, dalle ombre di una crisi sempre più
presente. Non voglio trovare a tutti i costi dei nei ad un evento che di nei
non ne ha avuti, ma, per onorare la verità, non voglio nemmeno accodarmi al
coro degli adulatori che non vedono più in là della punta della palata.
La rutilante molo street parade dovrebbe essere un tassello sfavillante
quanto si vuole, ma pur sempre un tassello di un complesso mosaico
rappresentato dall’amministrare una città. Come in un mosaico, infatti, sono le
tante tessere che compongono il tutto; sono le tante azioni amministrative nei
diversi campi che compongono la qualità dell’amministrare. E allora, siamo
proprio sicuri che le feste bastino a far riprendere quota ad una città ormai
nella fase discendente della sua parabola? Il lavoro, il welfare, le fogne, i
comparti produttivi, l’urbanistica, le scuole, le strade, i servizi al
cittadino: sicuro che tutto questo possa essere assorbito dalle notti colorate?
Non credo. Le ipotesi sono due: o Gnassi intende davvero governare Rimini come
se la città fosse un’immensa discoteca, oppure, resosi conto dell’immensità del
compito che grava sulle sue spalle, cerca di distrarre il popolo con i giochi,
come si faceva nell’antica Roma. Gnassi sarebbe un ottimo Assessore al turismo
ed agli eventi, ma deve trovare qualcuno, accanto a sé, capace di governare
tutti gli altri fondamentali aspetti della città. Se lo capisce, il “meccanismo
Rimini” si può rimettere in moto, sennò, digerita la saraghina, le pance
rischiano di restare vuote per un bel pezzo.
Lorenzo Corsini