venerdì 20 luglio 2012

Un Gelato

L’altra sera, dopo cena, con la scusa di fare una pedalata con mia moglie, sono stato alla festa del PD, la festa dell’Unità come molti continuano ancora a chiamarla. Una volta era tabù! Ma ora stiamo assieme, in un partito aperto e plurale. È anche la nostra festa! Ho versato l’offerta all’ingresso, ho preso la brochure e mi sono messo a sfogliarla seduto al bar, mentre mia moglie faceva la fila per due gelati. Ho letto l’intervento della segretaria Emma Petitti e per poco non mi sono ribaltato dalla sedia. In un minestrone di ovvietà, spiccava un concetto allarmante: “sosteniamo il governo Monti per non restare fuori dal giro; quello che fa non ci piace e quando e se governeremo noi, cambieremo tutto”. Quindi adesso il PD sta sostenendo uno che non sta facendo bene? E perché lo sostiene allora? E non si continui con la litania del senso di responsabilità: è offensivo pensare ancora di parlare a masse da indottrinare con le parole d’ordine. Ma poi, vedendo arrivare il mio gelato, mi sono calmato e ho avuto un moto di tenerezza verso quella ragazza. Vabbè, l’as farà, ho pensato tra me e me. Mentre mia moglie si è fermata a chiacchierare con delle vicine di casa, io ho fatto un giretto per la festa. Camminando per il parco cercavo qualche volto conosciuto negli anni della mia militanza democristiana. Ho 62 anni, non sono così vecchio da non conoscere più nessuno, ci sarà pure qualche faccia di ex amici della DC, o almeno qualche amico delle parrocchie vicino a casa, pensavo. Nulla. Ma nemmeno nelle cucine? Le donne delle feste dell’amicizia le conoscevo tutte e così sono andato a sbirciare dietro il tendone dei fornelli. Nessuno dei “miei”. Vedo un amico del bar però, ci salutiamo e iniziamo a fare due chiacchiere. Capisco subito che è un big del partito, al bar non parla mai di politica, ma qui sembra un’altra persona. Parla anche bene. Gli chiedo come sta andando Gnassi e lui, portandosi una mano alla testa esclama: “sta zet, sta bon, lasa stè!”. Di più non aggiunge e mi saluta. È meglio che vada a prendere quella chiacchierona, ho pensato, sennò mi fa far notte qui. “La Marisa mi ha detto che c’è una mostra fotografica, andiamo a vederla”. Come fai a dire di no a una moglie che è già partita come un treno? Entriamo nel tendone della mostra. Bella scenografia, metto gli occhiali e parto dalla prima foto: PCI, PCI, PCI, PDS, PDS, PCI, PDS. “Chissà se c’è quella che avete fatto quella volta a Roma con la tua sezione, per l’anno santo” mi dice mia moglie. Altro che anno santo, le dico io, questa è la storia del PCI di Rimini e mi sa che quei pochi democristiani che stanno nel PD, fanno i soprammobili. Andiamo a casa va là. “non te la devi prendere” mi dice lei; “cosa vuoi fare? Non vorrai mica votare Berlusconi”. Gnenca mort, però per il culo non mi prendono più neanche questi! Ma non doveva essere un partito plurale e paritetico? Vedo solo facce di ex comunisti e di post comunisti con aria da fighetti. Sai una cosa? anche il gelato non sapeva di niente. Prendiamo le bici e andiamo in gelateria a mangiarne un altro. “E st’altro giro cosa votiamo allora?”mi chiede con aria perplessa la mia signora. Adesso pedaliamo, che se mi metto a pensarci mi passa anche la voglia del gelato. Chis vaga a fè.....


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