martedì 31 luglio 2012

i Cocci

Le Amministrazioni che si sono succedute fino agli anni di Giuseppe Chicchi, hanno lavorato per proiettare Rimini verso un futuro molto diverso rispetto al presente a cui si era allora abituati. Si parlava di destagionalizzazione, di turismo fieristico e culturale; si realizzava qualche opera pubblica con un occhio alla pressione fiscale diretta ed indiretta sui cittadini, si pensava anche alla viabilità ed alle infrastrutture strategiche. Poi, nell’era Ravaioli-Melucci, è partita la cementificazione della città, la seconda riminizzazione, con molti vantaggi per pochi e tanti disagi per tutti, dalla mobilità alla mancanza di servizi passando per la svendita di pregiati edifici di proprietà pubblica. Gnassi, invece, come sosteneva lui stesso in campagna elettorale, ha portato una ventata di aria nuova in città. Un’aria festaiola, di spensieratezza, che accompagna eventi effimeri che servono a passare una bella serata. Ma quando si spengono le luci, cosa resta di tutta quest’aria nuova? Siamo contenti che le feste sul lungomare finiscano sempre senza grossi danni: qualche vomitata in giro, qualche lampione rotto, un po’ di cocci per terra, ma tutto sommato le feste, per come sono concepite, riescono bene. E così, a seconda del tema proposto, abbiamo visto Gnassi dj, Gnassi in rosa, Gnassi in bicicletta e drink…..e chissà in quante altre versioni mondane lo vedremo, un po’ come era Berlusconi sempre sorridente nei suoi diversi dresscode. Siccome non siamo una pro loco ma una città, il bilancio dei parties che si sono tenuti fin’ora, non può però essere fatto solo sul numero dei presenti. Ci sono altri elementi da considerare. Uno di questi è legato al richiamo turistico che tali eventi hanno prodotto. Quanti erano i riminesi partecipanti e in quanti sono invece venuti a Rimini da fuori per questi eventi? Da dove venivano? Quanto si sono fermati in città? In quale tipologia di strutture hanno alloggiato? Forse è un po’ presto per avere un quadro così dettagliato, che resta comunque fondamentale per capire se queste feste servono alla crescita economica della nostra realtà o se nascondono solo l’incapacità amministrativa di fare altro. Il tempo è maturo invece per un altro tipo di considerazione. Senza voler fare i moralisti, crediamo che la nostra città stia regredendo rispetto ai grossi passi avanti che sono stati fatti nel corso degli anni con lo sforzo di tutti. Rimini ha lavorato tanto per togliersi la nomea di divertimentificio, quando questa aveva assunto connotazioni legate allo sballo degli anni ’80 e ’90; abbiamo sostenuto che eravamo anche e soprattutto altro, consci, già allora, del fatto che la cultura del divertimento senza freni, non ci avrebbe portato nulla di buono. L'arrivo dell'Università, il restauro del Tempio Malatestiano, la Domus del Chirurgo, le mostre al Castel Sismondo, la Sagra musicale, la valorizzazione dell’entroterra: Rimini si voleva far conoscere anche per questo. Ma con una ventata di aria -secondo lui “nuova”, tutto è stato spazzato via e l’immagine che diamo di noi oggi è quella di un lungomare in festa, pieno di ragazzi ubriachi che oltre allo sballo di una serata, non cercano altro modo di divertirsi. Abbiamo un’Amministrazione che in piena crisi globale, promette alcol e musica per non pensare alle difficoltà del nostro tempo. Le prediche sui valori le lasciamo ad altri (da un po’ troppo tempo silenti su certi temi) ma è innegabile che l’immagine che regaliamo di noi all’esterno, non sia delle migliori, e nemmeno delle più attrattive, se non per chi vuol passare un week end da ubriaco sul lungomare di Rimini. Un appello: politici e amministratori riminesi, siete complici di questa situazione; se volete bene alla città più di quanto ne volete alla vostra poltrona, rimandateci alle urne!"