mercoledì 18 luglio 2012

Fogne ed Emergenza Idrica

Ancora proclami storici sulla soluzione del problema fognature e scarichi in spiaggia e da li in mare. Ne abbiamo sentiti molti in questi ultimi 20 anni, per poi trovarci anno dopo anno nelle stesse condizioni o un po’ peggio. Di storico oggi c’è solamente la dimensione del denaro che verrà speso per fallire l’obbiettivo che si propaganda volere perseguire. Parliamo degli interventi per il raddoppio del depuratore di Santa Giustina e del collegamento della rete fognaria di Bellaria con Santa Giustina. I due interventi che costeranno oltre 40 milioni di euro, basano le loro scelte storiche e tecniche su presupposti oggi falsi e che il tempo ha dimostrato e reso evidente esserlo. Entrambi i progetti sono stati concepiti inizio anni 2000. I presupposti erano che la separazione delle fognature di Rimini era impossibile e che il depuratore di Bellaria era fatiscente e irrecuperabile. Il depuratore di Bellaria dopo il 2005 con sei mesi di lavoro e un milione e mezzo di euro è stato riportato in efficienza e potenziato del 50% rispetto alla sua condizione precedente. Oggi svolge egregiamente il suo lavoro. Nel 2010 una storica seduta del consiglio comunale di Rimini determina che la separazione della fognature deve essere perseguita su tutto il territorio ribaltando le indicazioni precedenti. Va inoltre puntualizzato che attualmente il depuratore riminese è in grado di svolgere la sua funzione di depurazione, che il depuratore Marecciese è stato potenziato e migliorato in modo rapido ed economico pochi anni fa, e che i problemi alla depurazione sono causati dalla rete fognaria che è mista e non in grado di portare i liquami al depuratore in tempo di pioggia. Ora che senso ha dismette il depuratore di Bellaria o continuare a comportarsi come se dovesse esserlo? Che senso ha potenziare il motore della depurazione quando non sei in grado di trasportare il contenuto delle fogne? Che senso ha perseguire progetti che hanno visto decadere tutte le argomentazioni tecniche e politiche su cui si basavano? Perche non si tiene poi conto delle necessità idriche e del recupero delle acque previsto fin dagli anni ’70, oggi estremamente attuale vista la ormai cronica carenza idrica e la continua emergenza in cui ci condannano a vivere nonostante che il depuratore produca oltre centomila metri cubi al giorno di acqua, pari alla portata del fiume Po in estate?! (Oggi, come nei mesi e anni passati, ci è vietano innaffiare i nostri giardini e lavare le nostre case). Perché non si privilegia l'intervento sulla separazione della rete senza la quale altri interventi sono inutili e senza la quale non si risolve il problema degli scarichi a mare? Perché non si privilegia il recupero e l'aggiornamento delle infrastrutture depurative esistenti che risulterebbe più veloce, economico e utile? Sembra che gli obbiettivi siano altri dalla pianificazione territoriale che tenga conto della economicità e delle sostenibilità ambientale. A Santa Giustina si vuole concentrare il trattamento dei reflui fognari di Rimini nord e si progetta quella della vallata del Marecchia, con impianti costosi sia nella realizzazione che nella futura gestione. Queste scelte oltre a danneggiare il mare di Rimini, che sarà soggetto ad un enorme impatto industriale delle acque di depurazione sotto costa, disattende precise indicazioni di legge. Si sottrae infatti con la collettazione la possibilità della depurazione in loco e di mantenere il deflusso minimo vitale al fiume Marecchia, deflusso minimo vitale prescritto dalla Legge 152/1999 e smi. L’impressione che si può trarre è che l’equilibrio di accordi che ha portato a questi progetti di investimenti sia più importante dell’utilità dei medesimi. La realizzazione di questo progetto diverrà la principale causa futura di nuovi disastri ambientali, sanitari ed economici. Come la scelta degli anni 70 di non separare le fogne ha portato oggi costi elevatissimi, oggi la scelta di concentrare la depurazione a Rimini ipotecherà negativamente il futuro di tutta la provincia per numerosi decenni a venire. La continuità di scelte tecniche sbagliate è salva. Al problema delle fogne miste si aggiungerà in futuro il problema della concentrazione dei trattamenti delle acque fognarie in costa. Situazione ottimale per il partito dell’emergenza e della spesa pubblica. I fatti ci portano a pensare che siamo ancora in queste mani.
Dott. Ivan Innocenti
Associazione Luca Coscioni nucleo di Rimini.