lunedì 2 luglio 2012

I Silenzi di Ermeti

Se non appartenesse allo scenario drammatico di una Città che sprofonda sazia di saraghina, sarebbe anche divertente ascoltare i Silenzi Lavorativi di Ermeti abbinati al suo(?) Piano Strategico. Non abbiamo mai assistito nella lunghissima parentesi politica vissuta come testimoni diretti ed imputati, mai commessi di qualcuno, ad un Niente così osannato e perfino benedetto dagli spalti consiliari. Ci riferiamo alla Favola Rimini Venture, un insieme accecante di banalità, pensieri in libertà, speranze eterne, fede incrollabile che non hanno alcuna attinenza con il gelido quadro urbanistico. La dicotomia perfino irritante con il Piano Strutturale sarebbe da studiare per cercare di capire cosa sia successo in questi lunghi anni che ci hanno trascinato dentro al baratro. La mancanza di un rumore proveniente dalle stanze del Forum è dettato solo dall'inutilità del loro lavoro, ammettendo per un secondo il credo ermetiano, sarebbe una cosa gravissima che pochi eletti da nessuno, per altro neppure tecnici, possano solo pensare di decidere le sorti della Città, inventando addirittura una Agenzia per.. Volete davvero prenderci in giro, le veline mandatele ai quattro gazzettini, non parliamo di Saraghina Parade, ma del destino delle poche aree ancora quasi vergini. Questo bizzarro organismo è stato inventato da Melucci con la Presidenza ad Ermeti, poi arriva Gnassi che doveva interpretare l'Attila del passato urbanistico, aggiunge un termine fighetto e conferma tutto. Per noi è l'ammissione che Melucci prima, Gnassi ora, lo vedono e pensano come strumento per dire e fare quello che hanno già deciso. Che poi la cosa sia più complessa, che siano avvenuti incidenti di percorso è innegabile, in primis la proposta dei grattacieli sul mare, anche la più scalcagnata e ammaestrata assemblea, è stata in grado di compattarsi nel rifiuto. Ermeti era lì per condurre in porto i bandi per pochi eletti, ha dovuto fare buona biga a cattivo gioco, legittimandosi come uomo contro, un gnassismo fortunato dell'ultima ora. Siamo arrivati al folclore urbanistico, al quale possiamo aggiungere che molto probabilmente il Delegato attuale molto simile a quello di prima che ha assentito i Bigoli Griffati, se ne vuole andare, tentando la carta parlamentare, lasciando uno scranno sempre più pericoloso. Basta, non ce la facciamo più ad ogni rigo quasi ci vergogniamo di quello che siamo costretti a scrivere, cosa c'entra tutto questo con i problemi della Città? Rispondete voi reduci della saraghina. la partita vera la detta il mercato, con decine di comparti fermi che potrebbero partire, ma anche Murri, Novarese e qualche albergo di S. Giuliano, per dirla con le parole del mediatore di Piazza Cavour in mezzo alle lacrime, quello che si spenderebbe è molto meno di quello che si potrebbe ricavare.


P.S.
Con quella presenza inquietante sugli spalti è andata già bene