Volevo dire che nessuno o quasi a Rimini si è cagato la
notizia per me molto importante che saremmo la città italiana ove la
spesa costa più. Questo è un dato strano in quanto tipicamente questi
primati vanno alle grandi città del Nord e dovrebbe allarmare diciamo
così sia le istituzioni che i cittadini che la stampa che la opinione
pubblica e innesscare un dibattito che cerchi e spieghi il perchè e
il per come di un simile fenomeno. E semmai detto deprecabile fenomeno
sia legato a quello che anni addietro svelò e documentò un
imprenditore della Grande Distribuzione lamentando che nelle regioni a
guida PD egli non riuscisse ad aprire i propri store con un'opera
celeberrima Falce e Carrello ad indicare nel titolo la liasion che le
istituzioni di centrosinistra intrattengono con una parte quella
"cooperativa" della GDO, le stesse istituzioni che poi concedono o
negano i permessi ai templi del consumo delle merci spazzatura. Ebbene
io non so fornire spiegazione a questo fenomeno e non so se esso possa
essere legato al "J'accuse" del magnate cui ho fatto cenno ma propongo
alcune lapidarie osservazioni. Ebbene a Rimini un marchio della GDO
sembra avere una affinità particolare con la municipalità: esso è
infatti l'unico ad avere ben 2 grossi punti vendita all'interno della
città murata. Inoltre, detto marchio cinge la città con almeno una
dozzina di altrettanti punti vendita. Inoltre detto marchio ha un
punto vendita di dimensioni spropositate poco fuori la città. Inoltre
detto marchio si appresta a costruire un ulteriore centro commerciale.
Inoltre detto marchio è l'unico ad avere un punto vendita sul
Lungomare come raramente accade per questo settore. Inoltre detto
citato punto vendita per ragioni non spiegate, non note, non razionali
è stato dispensato da ottemperare all'ordinanza comunale sul divieto
di vendita di alcolici refrigerati. Quindi essendo assenti gli altri
nomi della GDO cito Auchan piuttosto che Carrefour piuttosto che
Esselunga essendo praticamente in regime di duopolio ma con netta
evidente egemonia di uno solo dei due marchi cooperativi a Rimini e
tutti gli altri minori relegati nelle periferie e con piccoli punti
vendita ed essendo praticamente la metà e forse più del Mercato
dell'alimentare in mano a questa catena vi è il sospetto che sia
questa la causa di un primato di cui avremmo fatto a meno.
a.s.