venerdì 12 agosto 2016

Il Boccale del 77

Assisto curioso come una talpa alla stagione della trasfusione politica e del macero ideale. Chi posta Stalin in etichette stantie su preziose bottiglie di vino d'oltre confine, condite dai mi piace delle promotrici, edulculatrici del popolo, del basta gadget fascisti. Lo sguardo rivolto al passato racconta l'odissea del presente e di chi proclama: io non ci.vi.vo così!' Non ci sto più dentro...e si arriva ai nomadi. Trattati come quella macchina diesel che anni fa Salvi voleva spostare al ritmo sindacale di: quella macchina li la devi mettere qui...ma è un diesel?! No non siamo dei diesel! Le comiche non bastano più se non si può fare il bagno in mare. I fuochi d'artificio nemmeno. Però conservo il boccale del 77 "sbeccato" in attesa di riempirlo di trebbiano, anche se preferisco il Sangiovese, rosso come il tramonto. È ferito l'alambicco [ come questa città] perché non contiene più alcun elisir, se non quello esilarante. Non ci vuole magia qua, ma strategia, pianificazione e intelligenza...diversamente rimane il boccale del 77 da riempire di alcool per affogare i nostri dissidi. Ci vorrebbe del meteoterrorismo serio per annacquare il vino del 77. 
Roberto Urbinati