domenica 5 settembre 2021

Il Trapasso

La propaganda ufficiale, diretta e voluta dal Pd, si sta preparando al Trapasso Epocale. Dopo un ventennio, il partito, miscelato da Prodi, con l'accondiscendenza del comunismo dolce e disperato, ha sempre governato, finendo con DJ Fofo, aiutato però da Toninelli, si accorge che il tempo è finito. Allora partono i siluri mediatici contro la politica. Basta guardare questi primi giorni della ripresa di settembre: tutto si svolge secondo il copione prevedibile, con una compagnia di giro fossilizzata nel replicare  ruoli e battute. Giorgia Meloni imbronciata, Salvini minaccioso, Letta preoccupato, Conte che sbaglia tutto, Renzi baldanzoso e via tutte le altre comparse che vediamo ogni sera per dieci secondi al telegiornale, i dem rassicuranti, i grillini banali, i Fratelli esagitati. Fa eccezione però il capo del governo, uno che parla solo quando deve parlare, non twitta, non va nei talk, “si limita” a fare le cose e, quando si esprime, con il ghigno, tutti lo capiscono. Lo scenario (nuovo) della propaganda radical chic è come il Festival di Venezia che premia il "copione" Benigni, in lode muliebre. Messi malissimo da quella parte. Si aggrappano a tre telegiornali pubblici e gli altri, sempre tre, del "bastone" berlusconiano, il più talebano per Draghi. Salvini il vero radical nemico ogni tanto fa scoppiare qualche polemica green o da sbarco Lamorgese, mentre Letta cerca di dare colore al suo partito francese. Rimangono i 5 stelle. Stanno riempiendo i partiti di profughi. Giuseppi Conte è di gran lunga,
 la figura peggiore, nella sua stabile inconsistenza. Per (quasi) tutti il traguardo è arrivare alla fine di questa legislatura. Non importa come o con chi. I giornali, eccetto il Carlino, non li legge più nessuno, ma pontificano come facevano i Papi di una volta. Vedi Biden. La distanza dai problemi dei cittadini è diventata siderale. La sorpresa delle prossime elezioni. Rimini può diventare davvero la Capitale del Trapasso. Pensate alla rivoluzione che può scoppiare. Le partecipate, amate, consolidate, fortezze piddine sono in trepidante attesa dei voti che prenderà il cognome difficile. Se fallisce l'erede, sono nei guai. Concessioni prorogate fino allo sfinimento, bandi inesistenti o quasi, poltrone distribuite ai vecchi nemici, presenze nuove (?) nel mercato immobiliare, colonie in attesa perenne con i soliti progettisti 4 stagioni, società che vengono da lontano, amiche degli amici e Biagini che cerca (inutilmente) di risollevare un polverone già finito. Allora a Rimini non cambia niente? Provate a non votare come siete stati abituati o costretti vedrete una mandria che fugge dal Palazzo, si tuffa nella piscina del Castello. Gnassi è meglio dell'Anitona. 
Foto: Il Tibet di Melucci