sabato 11 settembre 2021

Punti di Vista

È una questione di punti di vista. La tradizione non è altro che una vecchia innovazione, e i ricordi fanno velo alle cose nuove. L'ansia smodata di cose nuove è anche il motore che costruisce il futuro. Lì c'era il laboratorio dove lavorava mia madre, più in là il mio primo bacio ad una ragazza, quella che era la palestra dove andai alle elementari ora è tornata ad essere un teatro. Parte, in fondo, la musica di Amarcord e proiettano su un muro che prima era un vecchio stabile abbandonato. Questo spazio è stato abitato da me, da tanti prima di me, lo sarà ancora quando non ci sarò più. Costruire le città significa immergersi nelle scelte di tante persone. Ho votato, una sera di tanti anni fa, in Consiglio Comunale, la ricostruzione del teatro. C'era una strada dove ora vedete l'acqua: altri hanno scelto di fare questa piazza così anziché in un altro modo. Abitiamo i segni urbani, li vestiamo delle nostre memorie e diamo loro significati che cambiano e si perdono. Sigismondo Malatesta scelse di fare un castello che divenne carcere e ora è un museo. La rocca meravigliosa alle mie spalle. Ho scelto di non metterla nella foto perché mi è più caro il vecchio laboratorio di madre, dove suonavo e chiedevo di lei uscito da scuola. Dove i suoi colleghi avevano nomi che avevano un suono mitologico: il dottor Lev, la dottoressa Rita, tutti gli altri. Dove mia madre analizzava campioni biologici e ora c'è l'università. Nascosta nella fotografia c'è il campanile della cattedrale di Santa Colomba, di più di mille anni fa: ora è lo studio di un fotografo e un appartamento e la cattedrale non c'è più. Alcuni strumenti tecnologici nebulizzano acqua: è la nebbia che nel racconto di Fellini copriva ogni cosa, è la simulazione di quelle nebbie fitte e profumate di sale e sabbia bagnata che d'inverno vengono dal mare. Tutto si sposta, torna, cambia. Si spengono passioni e battaglie, finiscono le discussioni, gli urli diventano parole sussurrate prima di dormire. Quando cambiano i segni, il desiderio del nuovo che arriva porta con sé il rimpianto per ciò che si è perduto per sempre. Siamo sospesi su questo istante di presente, ci riempiamo le tasche di frammenti di ricordi, di persone e di parole, per non vederle affondare nella nebbia che si alza e copre tutto, senza farci sapere cosa ci sia al di là del bianco. Ci portiamo dietro questa domanda, mentre il tempo incessante passa su tutte le cose.
Samuele Zerbini
Un democristiano vero