mercoledì 8 dicembre 2021

Applausi

La Scala di Milano è il più famoso Teatro italiano e supera, di poco (?), fama e capienza del Galli, terminato da Gnassi. Oggi mantenere in vita questi splendidi retaggi del passato è quasi una pazzia. La popolare serata e l'ultima apparizione teatrale di Mattarella, erano sponsorizzate, giustamente, da Armani. Obbligatorio lo smoking operaio e pellicce di tela ruvida, con le influencer che battevano le mani a questa esibizione per pochi eletti. Ho visto anch'io un pezzo dello spettacolo, nella forzata immobilità, con misura del battito, abbandonando, per un pò, lo spettacolo del centrocampo madrileno che ha mandato in tilt anche un (buon) giocatore come Barella. Devo ammettere che il costo dei due spettacoli si equivale. Questa volta hanno battuto le mani ad Ancellotti. La propaganda si è scatenata nel puntuale e ripetuto resoconto, della serata nella citta, lasciata da Salvini, ai democratici da Scala. Una volta la "sinistra" di Landini gettava uova ed insulti agli spaventati spettatori. Il nostro presidente è stato applaudito per la sua uscita di scena, più del solito baritono over size, pagato come un Ronaldo, con fattura. Il solo sospetto che il successore possa essere uno tra Casini ed Amato, mi ha spinto ad un applauso solitario e riconoscente. Smoking per gli uomini scelti con sorteggio dalle fabbriche milanesi e toilette scure, nero e blu, velluto e gioielli (finti) per le splendide mondine delle risaie. Alcune, come è giusto, mostravano i pantaloni cuciti dalle nonne. Tralascio le diecimila rose ed orchidee, l'elenco delle figlie e mogli dei famosi per una notte, ricordando però la presenza di Franceschini, più volte inquadrato con la sua folta barba che impedirà l'ascesa al Colle. Le mascherine, le potevi abbassare solo per la foto. Sono convinto che Gnassi non avrebbe saputo fare meglio e spero (invano) che Sadegholvaad non lo faccia.
PS La propaganda, secondo Repubblica, erga omnes, attribuisce i 5 minuti di applausi per Mattarella, alla disperazione circolante nel paese. Il pubblico, pieno di operai, disoccupati, cassintegrati e qualche ristorato, lo conferma.
massimo lugaresi