lunedì 6 dicembre 2021

Melucci sempre Melucci

Premessa: non trovo mai niente di interessante nella cronaca cittadina, orfana di Gnassi. Maurizio Melucci è stato per 6/7 anni la persona con cui ho collaborato nella mia lunga avventura amministrativa, come personale di sostegno a Ravalioli. Ho attraversato, in consiglio comunale, le due "Repubbliche" con una separazione temporale, voluta dalla magistratura sbagliata. Ci tengo a tenere separate le due versioni, politica ed amministrativa, che spesso, un pò volgarmente, vengono mescolate. Mi sono iscritto al Pci negli anni 70, proveniente da cultura e famiglia di destra. Una scelta personale che ho mantenuto con una intensa diatriba politica. Fare il "liberale" nel partito di allora significava correre più pericoli ed anatemi di Mona Lisi. Continuo a riconoscere in Melucci uno dei pochi punti di riferimento, in mezzo alla baraonda piddina, mantenuta dall'immenso potere di cui godono indisturbati. Si possono permettere di dare lezioni di ringiovanimento e rinnovamento del partito, con le seconde generazioni, come fossero padroni e non solo curatori (interessati) dell'immigrazione. Quando sarà, finalmente controllata, ci sarà l'Italia di tutti. Melucci nel Blog Chiamami Città, sempre più suo, ha parlato, di diverse cose. Scelgo le più interessanti.
Gianni Cuperlo, ex enfant, poco prodige, della sua corrente politica, piuttosto isolata, ha approfondito le dinamiche elettorali nel Paese. A differenza di Rimini, dove l'astensionismo mirato ed i soliti inciuci nemmeno misteriosi, hanno permesso una vittoria senza precedenti, sul terreno nazionale significa il governo di centrodestra, però votato, con/senza Berlusconi. Lo si capirà meglio con l'elezione del Presidente. Poi ha inserito l'indagine in una ferita aperta: solo il 9% degli operai vota Letta, mentre il 60% complessivo, si rivolge, giustamente, a destra. Chapeau compagni! Sono rimasti gli anziani, in attesa dello stimolatore cardiaco. Insomma pensionati, impiegati, università, insegnanti spiccioli, sanitari e magistrati sono il Pd, con il necessario Carlino, il prezzemolo della propaganda. Presto lo vedremo trasformato in hub vaccinale, compiendo un atto socialmente utile. Non credo che Maurizio Melucci straveda per l'attuale segretario, come per gli altri, dopo D'Alema. Si concede qualche innocuo consiglio, in attesa di pale più allettanti, rispetto alla cronaca politica. La mutazione genetica che imputa ad Italia Viva, per un uomo di partito d'altri tempi, è inaccettabile. Lui e Gnassi convenivano solo sulla squadra del cuore, però si sono messi d'accordo, anche su Magrini. L'ultima notizia, quasi inosservata è l'ingresso "ufficiale" di Conad nella Confcommercio piddina. Giusto riconoscimento per piscine mutanti e buchi nelle ferrovie, in attesa del premio Questura (?). Melucci non ha detto ancora niente.
massimo lugaresi