Alla riunione del lunedì 13
settembre 2010, presso la sede della Circoscrizione 2, erano presenti circa 43
cittadini, il Presidente del Quartiere e 4 persone in rappresentanza di Comune,
ATO ed Hera. Il volantino ricevuto spiegava: “…Nelle prossime settimane, solo sui
cassonetti grigi per la raccolta dei rifiuti indifferenziati, predisporremo un
nuovo sistema di conferimento. Si tratta di una calotta all’interno della quale
verranno buttati i rifiuti indifferenziati. Per aprire questa calotta
distribuiremo dei dispositivi elettronici personalizzati che permetteranno di
contare e memorizzare il numero dei conferimenti dei rifiuti indifferenziati.
In questo modo ognuno di noi diventa consapevole dei rifiuti indifferenziati
prodotti e può aumentare la percentuale di raccolta differenziata effettuata,
aiutando l’ambiente e il recupero delle risorse. Per le altre tipologie di
rifiuti differenziati non cambia nulla.” Al momento (è stato sottolineato)
il numero dei conferimenti dell’indifferenziato registrati sul dispositivo
elettronico personalizzato ricevuto non sarà utilizzato e quindi, al momento,
non ci sarà nessun cambiamento nel sistema di fatturazione al cliente. Ma dopo? Il dispositivo non rilascia
alcuno “scontrino” o altro che certifichi il conferimento e non provvede
neppure a fornire il peso del conferito. La raccolta differenziata dei
rifiuti parte con il D. L. n. 507 del 15/11/1993 e successivamente è stata
regolamentata con tutte le Leggi Regionali, per l’Emilia Romagna la legge RER
n. 27 del 12/07/1994 e successive, recependo le direttive europee. Ne consegue che in Italia la
raccolta differenziata viene effettuata in 20 modalità diverse, tante quante le
Regioni (?). Siamo fermamente convinti che è
necessario differenziare la raccolta per poter riciclare i rifiuti e produrre
meno rifiuto da incenerire, con notevoli benefici per la salute pubblica,
risparmio economico e di materie prime. Siamo quindi convinti che la raccolta
differenziata è un impegno importante per la nostra comunità, il cui risultato
dipende da ognuno di noi.
Brevemente. La raccolta
differenziata è a carico della sensibilità dei cittadini. Ogni nucleo
familiare, per la raccolta differenziata, crea piccole discariche in casa
propria, con tutti i disagi relativi alla mancanza di spazio, consegnando
quindi ad Hera un rifiuto pronto per il riciclaggio. Hera trae quindi i propri
guadagni dalle tasse pagate dai cittadini e dalla consegna del rifiuto alle
varie società che riciclano (carta, vetro, plastica..) per il quale percepisce
un importo proporzionale al peso in tonnellate del conferito e paga
all’inceneritore sempre in base alle tonnellate di rifiuto indifferenziato consegnato.
Del bruciato, l’inceneritore produce “un terzo” di cenere molto tossica.
Ne consegue che quanto più si
differenzia tanto maggiore è il guadagno di Hera.
Con l’attuale sistema tariffario
i cittadini pagano la tassa sui rifiuti in base ai metri quadri
dell’appartamento occupato e, proprio in virtù dell’E-gate, potrebbero anche
pagare in futuro il numero dei conferimenti di indifferenziato, cioè dopo aver
lavorato per la differenziazione del rifiuto, con il rischio di vedersi anche
addebitare sanzioni dalle guardie ecologiche. In considerazione che la strada
della raccolta differenziata è l’unica percorribile al fine di ridurre i costi
per lo smaltimento dei rifiuti e per una maggior tutela della salute pubblica,
il miglior incentivo per praticare in modo massiccio le raccolta differenziata
è quello di diminuire ai cittadini i costi dello smaltimento rifiuti
(proporzionalmente al valore % di differenziata raggiunto) oppure offrire ai
cittadini nuovi e/o migliori servizi sociali, poiché solo grazie al loro prezioso
e costante lavoro è possibile aumentare la percentuale di raccolta
differenziata.
Questo però è solo un primo
passo. La Comunità Europea sta spingendo fortemente per cercare
di portare al massimo il riciclaggio e
il compostaggio dei rifiuti. Questo potrebbe essere l’obiettivo numero uno, ma con
la situazione attuale non si potrà mai arrivare al 100%, visto che nella nostra
società ci sono cose che non possono essere riciclate, compostate e che non
possono essere riutilizzate, richiedendo quindi “l’inceneritore”, che sappiamo
produce un terzo di cenere molto tossica e che da qualche parte deve essere
sistemata. I cittadini, da
soli, non riusciranno a farcela. Le industrie che fanno prodotti “usa e getta”,
non vogliono il riciclo, vogliono l’inceneritore. E allora, per raggiungere il
100% di riciclo, abbiamo bisogno di una comunità responsabile che separi i
rifiuti riciclabili, abbiamo bisogno di un'industria responsabile che,
incentivando la ricerca, metta a punto nuovi prodotti, confezioni e imballaggi
migliori e abbiamo bisogno di politici sensibili al tema e con politiche
adeguate per indurre le industrie a modificare le produzioni in funzione del
riutilizzo e del riciclo, al posto dell’inceneritore. Se un prodotto non
può essere riutilizzato e non può essere riciclato, non deve più essere creato!
Certo, la strada
sarà lunga, ma l’unico obiettivo da raggiungere è il riciclaggio e il
riutilizzo al 100% per la salvaguardia
della salute pubblica e per risparmiare ingenti somme di denaro.
Walter Moretti