venerdì 17 febbraio 2012

Il Dopo Imu 6


Proseguiamo il racconto sui continui calcoli che i Comuni stanno facendo sull’ipotetico incasso della nuova imposta municipale (in sostituzione dell’ICI) e sugli auspici che, come contribuenti, vorremmo si avverassero per una maggiore equità. Notizia di questi giorni è la rilevazione dati che l’IFEL (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale) sta effettuando per elaborare scenari in grado di illustrare, al governo, il punto di vista dei Comuni. L’Ifel propone un percorso di calcolo che, per determinare l’incasso IMU, parte dal gettito ICI. Qualsiasi percorso “inverso”, afferma l’Ifel, che calcoli la nuova imposta su base catastale rischia di inglobare un recupero di base imponibile non emersa (ci si riferisce all’evasione). Ciò significa, in parole più comprensibili, che l’IFEL sconsiglia di utilizzare il riferimento del catasto in quanto preoccupa l’incidenza dell’evasione. Tale affermazione è però molto inquietante. Come è possibile infatti che dopo VENTI ANNI dall’introduzione dell’ICI (la legge di istituzione è del 1992) i Comuni SIANO ANCORA SPAVENTATI DALL’EVASIONE ? La conoscenza della base imponibile (sia che si tratti delle vecchie ICI e tassa rifiuti e/o dellenuove Imu e Res) è l’informazione principale che ciascun Comune dovrebbe necessariamente ricercare per pianificare le proprie entrate. Inoltre, da oltre un decennio, l’archivio catastale è unanimemente riconosciuto come l’ovvio riferimento primario per la determinazione delle imposte. Di contro, il governo, ha sicuramente utilizzato l’archivio catastale per effettuare la stima degli incassi IMU dei Comuni e della quota che si è riservato come Stato.Inoltre, per le modalità utilizzate nella determinazione dei nuovi moltiplicatori, deve presumersi che, i tecnici, hanno esatta conoscenza delle dinamiche che regolano le banche dati catastali/tributarie. Ciò deve fare pensare i Comuni sul fatto che, probabilmente, non sarà possibile avere risultati molto distanti da quanto determinato dallo Stato come invece accaduto per gli immobili di categoria D, i fabbricati rurali e l’esenzione dell’abitazione principale (questione molto tecnica non comprensibile per i non addetti ai lavori).Come contribuenti ci facciamo l’auspicio che, chiariti gli aspetti della norma che ancora oggi sono sicuramente oscuri, gli addetti ai lavori mettano in campo la loro migliore professionalità per applicare al meglio ed in modo equo la nuova imposta. Il fantasma dell’evasione è un falso problema, le metodologie e le applicazioni a disposizioni dei Comuni permettono di controllare ed accertare questo errato comportamento. Il vero problema può essere invece creato dall’Amministrazione con la determinazione di aliquote improprie in grado di generare una tassazione iniqua tale da portare molti contribuenti a non potersi permettere di pagare la nuova IMU, il cui impatto sarà comunque molto rilevante.


Fabio Lisi.