venerdì 17 febbraio 2012

Italia Oggi

Il consiglio comunale di Rimini non viene convocato perché non ha delibere da approvare largo, non c'è nulla da fare.  Alcuni consiglieri vorrebbero dibattere per prendere il gettone .Abolire le Province? Forse la loro cancellazione razionalizzerebbe la filiera degli enti locali ma anche i comuni sembrano avere bisogno di una cura «alla Marchionne», a giudicare da quello di Rimini, dove il consiglio comunale è in vacanza forzata. Motivo? Non c'è nulla da fare.Quindi di fronte a ordini del giorno desolatamente vuoti i consiglieri hanno deciso che è meglio non vedersi neppure. Qualcuno però, ricordandosi che una seduta vale un gettone di 90 euro, ha proposto comunque di tenere le sedute, chiamandole di approfondimento. Ovvero si sceglie un tema, si dibatte e poi, ovviamente senza votare, tutti a casa. Anche all'inizio di questa settimana i capogruppo si sono riuniti a hanno alzato le braccia al cielo: non c'è una delibera da di-scutere né nulla su cui votare. Quindi neppure questa volta è stata convocata la riunione del consiglio comunale. Se ne riparlerà a marzo o ad aprile.L'accordo è bipartisan, anche se la minoranza lancia un j'accuse di inefficienza verso la giunta. Pd e Pdl hanno votato compatti il decreto mille proroghe in parlamento che prevede che il bilancio dei Comuni slitti a giugno. Quindi a Rimini hanno deciso che non c'è fretta. Sospira il vendoliano Fabio Pazzaglia, un po' imbarazzato: «Almeno risparmiamo qualcosa, le casse comunali non debbono sborsare i gettoni di presenza. Non possia-mo inventarci degli ordini del giorno solo per incontrarci». Più drastico è l'Idv Stefano Brunori: «Siamo stati esautorati da ogni nostra funzione ed è scandaloso andare avanti così, niente viene portato e discusso in aula».Ma è possibile che in questo modo funzioni, o meglio: non funzioni, il consiglio comunale della capitale italiana del turismo estivo, 143 mila abitanti che si decuplicano a ferragosto. Il sindaco è Andrea Gnassi, della nouvelle vague del Pd, un quasi-rottamatore che deve far fronte ad alcune inchieste giudiziarie, dagli scarichi a mare al progetto del teatro Galli, per la verità ascrivibili alle precedente amministrazione di centrosinistra, e ora anche alla levata di scudi dei consiglieri che si sentono inutili. Lui dice che essendo eletto dai cittadini è a loro che deve rispondere. Insomma, un'insofferenza verso il consiglio comunale più o meno come quella che animava Silvio Berlusconi verso il Parlamento.Il fatto è che la composizione del bilancio è in alto mare: si discute ancora se applicare o meno la tassa di soggiorno. Anche l'annunciata variante al piano urbanistico fatica a vedere la luce in giunta comunale, tra lobbies, rilievi, osservazioni, preannunci di ricorsi.E allora che fare? Tutti i consiglieri in vacanza. E dire che dopo l'insediamento, a giugno 2011, era stata propagandata la «voglia del fare» dai componenti la nuova assise e le sedute si erano tenute regolarmente.Poi a gennaio, lo stop. Quasi un rompete le righe, o meglio un non parlate al manovratore, che se ne sta rintanato nel suo ufficio con la bandiera tricolore alle spalle. Perfino il Pd regionale, dopo la batosta di Genova in parte colpa dell'ormai ex-sindaco, si sta preoccupando per come la città sta vivendo questa vacatio politica: un sindaco debole potrebbe essere preda dei vendoliani, che da tempo parlano di intreccio tra politica e affari, e tra coop rosse e comunione e liberazione, per quest'ultima Rimini è uno dei caposaldi, qui si tiene ogni anno il Meeting dell'amicizia, qui Cl è presente all'interno della fiera, del nuovo palacongressi, della fondazione cassa di risparmio, qui ha uno dei suoi teorici di punta, il vescovo di Montefeltro (e San Marino), che ha organizzato recentemente una visita del Papa, con messa allo stadio di Rimini.I vendoliani scalpitano, i pi-diessini sembrano disorientati, i pidiellini sono seduti sulla sponda del fiume. Il consiglio comunale inesistente ma inquieto potrebbe essere una bomba a orologeria a miccia lenta per il sindaco e l’attuale maggioranza. Il capogruppo Pdl,Alessandro Ravaglioli, dice: «È inaccettabile che si possa pensare di governare una città tenendo paralizzata la macchina am-ministrativa, si tratta di un grave atto di irresponsabilità di cui sindaco e giunta dovranno rispondere».Anche nel Pd incominciano a levarsi voci di dissenso. «Se la giunta pensa che questo sia il metodo giusto- afferma il con-sigliere Pd, Samuele Zerbini, «allora non resta che aspettare e vedere più avanti quali saranno gli effetti, i cittadini sapranno valutare».Le riunioni di consiglio non si tengono ma i capigruppo hanno deciso che quando esse finalmente vedranno la luce saranno trasmesse in diretta dalla tv locale legata alla curia, Icaro tv che riceverà 420 euro a seduta. Un soggetto in più che si metterà a tifare per-ché il consiglio comunale recu-peri il suo ruolo e i consiglieri periodicamente si ritrovino sui loro scranni a discutere, magari bisticciare, ma alla fine votare per qualcosa.


giorgio ponziano
Italia Oggi