venerdì 24 febbraio 2012

La Genesi


Il Circolo Nautico di Viserba, associazione senza fini di lucro, ma con un Presidente inviso al Palazzo, era partito dalla  necessità di avere un servizio igienico a norma, imposto dalla concessione ed usato da tutti come il tendone, siano soci, cittadini, bagnanti od il Vescovo per la Messa di Ferragosto. Quando gli Uffici Comunali, nell'esaminare la richiesta ( La Genesi) hanno sollevato i loro dubbi, abbiamo provveduto immediatamente a demolire quanto risultato abusivo (quasi tutto), senza dare adito ad imposizioni di rimessa in pristino. tant'è vero che al successivo formale controllo, la concessione demaniale risultava perfettamente a norma, unico caso a Rimini, repetita iuvant, UNICO CASO A RIMINI. A fronte di questa esperienza, un caso Bosman demaniale, non possiamo certo biasimare gli uffici o chi è deputato ai controlli, abbiamo riscontrato ottima professionalità e gentilezza, con un coordinamento perfetto. I fatti sono questi, non fosse altro perchè ne siamo stati direttamente protagonisti pur danneggiati, non comprendiamo la vergognosa discussione imperniata sul salvataggio dei potenziali abusi di spiaggia, invece di fare ritornare la sabbia, si vogliono mantenere le favelas. Non abbiamo letto un rigo che riguardi il modello strategicamente utile, si è cercata la strada dei bagnini, variante dopo variante secondo lo spartito dei Mussoni, Pari, Ripa e compagnia molto cantante, poco pagante. Sono loro assieme al supino codazzo bipartisan con l'accompagno di qualcuno che non ha ancora capito cosa sia l'amministrare, ad avere creato i presupposti per il casino attuale. Sarebbe bastato approvare il primitivo Piano Spiaggia che prevedeva un modello organizzativo innovativo oltre alla possibilità di legittimare il costruito secondo i criteri indicati. Non siamo per niente sicuri che il condono ambientale paesaggistico sia il pannicello adatto, l'incontro che i giornali dicono abbia avuto il Sindaco, non sembra portatore d'applausi ma di strizze, anche se il giovane possiede un avvocato miracoloso. Gli interessi della Città in questa vicenda dove vengono relegati? Il futuro della spiaggia con un sistema aggregato in grado di fondersi con il ricettivo lo si intravede o sono piccole beghe simili ai finti processi liberalizzatori del bocconiano? Nel nostro ipotetico depliant assieme alla descrizione della camera, sala, servizi si poteva ammirare una spiaggia affascinante, con piscine contornate da palme, la possibilità di ordinare un pranzo senza essere costretti nelle ore più belle a rivestirsi per andare nella pensioncina oltre la ferrovia. Questo sarebbe servito per un rilancio autentico del nostro turismo, la più bella ed originale Cartolina di Rimini, rimasta nelle tabaccherie invenduta. Il presente è composto da zone squallidamente identiche con l'assurda ripetizione dei servizi per una stupida concorrenza: finte palestre, campi da bocce, gonfiabili, beach, volley e kinderheim, per finire nelle mani avide di alcuni albergatori, con un terzo dell'ombrellone che viene concesso altrimenti passano al bagnino limitrofo. Perchè cari giornalisti iscritti all'ordine di... non scrivete queste cose? Rimarranno i baristi che pagano 400 euro di canone ed un bicchiere d'acqua spinata viene servita ad 1,5 euro con qualche bollicina e forse una fetta di limone? Sono ormai dieci anni che raccontiamo questo scenario riminese, iniziando una battaglia che dovrebbe avere qualche contorno culturale se esistesse una minima differenza tra le forze politiche. Quelle più serie ancora non contaminate, sono immobili nei loro slogan ormai vecchi, non bastano i vaffa, ci stiamo andando tutti senza spinte verbali. Abbiamo continuato a combattere anche quando il sistema politico lobbistico ci ha messo da parte, certi che le ipocrisie inventate avevano vita breve, dalla Legge Pasi&Errani, ai 90 anni di concessione della Brambilla. In questo quadro di assurdità va collocata la vergogna riminese delle varianti inventate per lasciare tutto come prima, adeguandosi alla storica mediocrità conservatrice degli operatori, non tutti, almeno si lascino in pace i pochi che per mestiere compiono il loro dovere, siano magistrati, poliziotti, vigili o...finanzieri. Siamo sicuri che se a Milano ci fosse Lu Mare, sarebbe stata un'altra storia... giornalistica.