lunedì 20 febbraio 2012

Il Buco dell'Agenzia

Il buco di bilancio dell'Agenzia alla Mobilità raccontato dall'allora assessore Sandro Baschetti


In base alla mia esperienza politica ho potuto constatare che solo facendo l'amministratore puoi acquisire elementi oggettivi di giudizio, che diventano utili conoscenze per proposte alternative. Parlando della Tram Agenzia, come si chiamava in passato, una volta diventato assessore, ho acquisito la prova provata, di trovarmi di fronte ad un ente che aveva una struttura enorme (oltre 40 dipendenti), a fronte di compiti istituzionali assai limitati. Una organizzazione, che fatti i conti costava all'incirca 6 milioni all'anno, il cui bilancio veniva tenuto in piedi da tre voci: trasferimenti regionali, parcheggi comunali, assottigliamento degli allora presenti accantonamenti. Volendo dare vita ad una riorganizzazione aziendale, proposi la mia strategia in Giunta, ricevendo un forte invito a proseguire, purché tutto si svolgesse con i necessari passaggi. Iniziai con una discussione nel Gruppo di Maggioranza, che mi spronò ad andare avanti, stesso indirizzo ottenni dal partito. A conclusione di questo percorso andai dal segretario provinciale Santi, che aveva invitato all'incontro il Vice sindaco Melucci ed il Sindacalista Competente, iscritto naturalmente ai Ds. Dopo una lunga illustrazione, che prendeva in esame anche i difficili rapporti con l'Azienda Tram (basta ricordare il ricorso al T.A.R. tra gli stessi enti), ebbi un via libera totale, ricordo in particolare la domanda che sia Santi che il Sindacalista rivolsero a Melucci, chiedendogli  quale fossero le sue valutazioni in proposito, ed il Vice, senza neppure pensarci un secondo disse queste testuali parole "totalmente d'accordo con quello che ha riferito l'assessore Baschetti". Forte di questo mandato, organizzai subito un tavolo tecnico con la stessa Agenzia Tram che durò diversi mesi, in quanto impostai il lavoro non su principi generici,  ma direttamente su una bozza di documento che per essere corretto, da una parte e dall'altra, aveva bisogno dei necessari tempi tecnici, comunque alla fine si arrivò ad una stesura congiunta, che ovviamente fu depositata in Giunta dal mio Ufficio alla Mobilità, completa di tutte le firme tecniche. Passarono diverse riunioni di giunta, ma di quel documento neppure l'ombra, così chiesi ufficialmente di discutere la questione, ma sia il Sindaco Ravaioli che il Vice non proferirono parola. Mi rispose l'assessore Gamberini, il quale fregandosene degli impegni già presi e dell'accordo raggiunto con l'Agenzia, mi disse che non potevamo toccare niente perché avevamo una convenzione in corso con l'Agenzia. Ovviamente questa presa di posizione era assurda, faceva capire che contava ben altro e tutto sommato il benestare che ricevetti all'inizio, era solo la recondita speranza che non sarei mai stato in grado di portare a sintesi il mio compito. I dubbi divennero certezze, quando senza neppure chiedermi niente, trasformarono l'Agenzia Tram nella pomposa Agenzia della Mobilità, che cozzava pienamente con la mia idea che questo compito fosse assunto da un dipartimento in seno al comune svincolato e propedeutico sia all'Urbanistica che ai Lavori Pubblici. Una pratica impostazione per imporre che le strade ed i parcheggi dovevano essere pensati prima, non viceversa, come spesso avveniva con l' Ufficietto Mobilità a cercare di mettere una pezza. Volendo chiudere con una battuta i buchi di bilancio dell'Agenzia ricordano la canzone di Celentano che diceva "tu ora vieni chiedere a me tua moglie dov'è", riferendomi a quelli ancora in servizio: Melucci, Vitali, Magrini oltre ai tanti consiglieri e mediatori, se qualcuno volesse negare, credo che da qualche parte si possa trovare il famoso documento di riordino dell'Agenzia Fabi, la moglie è lì.