domenica 19 febbraio 2012

Interrogazione




Signor Sindaco, 
con la presente interrogazione intendiamo porre l'attenzione sulle numerose edificazioni abusive, chiedendoLe in particolare:
quanti sono gli abusi contestati dai vigili urbani che non hanno trovato una soluzione, intesa come sanatoria e/o ripristino dello stato, in particolare ci interessa sapere se rispondono al vero le voci che affermano siano migliaia quelli contestati con doverosa notizia di reato trasmessa alla Procura ma non esaminati per carenze organizzative degli Uffici Tecnici e Controlli Edilizi. Ovviamente non siamo interessati ai casi di apertura di finestre o modifiche interne, ci preoccupa la quantità e qualità di abusi importanti che fanno riferimento a cementificazioni di aree agricole e/o interventi che possono mettere a repentaglio la sicurezza idrogeologica ed ambientale oppure le attività commerciali che hanno realizzato ampliamenti importanti. Per ogni caso vi è un percorso giuridico- amministrativo, ma non si può tollerare che i furbi possano giocare sulle inerzie burocratiche lasciando spazio a discrezionalità che possono diventare ingestibili. Non intendiamo, ne possiamo svolgere un ruolo inquisitorio, ma come Movimento SalvaRimini, rimaniamo disponibili a creare una trasparente strategia politica per distinguere tra chi ha compiuto piccole modifiche e chi ha speculato, cercando soluzioni per i primi, colpendo duramente coloro che hanno realizzato interventi nelle aree più delicate del territorio o zone coperte da pesanti vincoli ambientali. Un tema questo, che ci porta a richiedere vista la sua importanza, quale sia l'attuale situazione sull'arenile, dove sembrano mancare o essere assai labili i punti di riferimento giuridici che secondo le nostre valutazioni si riferiscono a tre aspetti: 
a) La Legge 1150 del 1942 ha sancito che per ogni tipo di mutazione del territorio, anche minima, sia necessario dotarsi di un preventivo titolo edilizio, essendo i manufatti di spiaggia quasi tutti costruiti nel periodo post-bellico, chiediamo quanti siano muniti del previsto Titolo Edilizio, sia pure derivante da norme speciali come le due leggi sui condono edilizio. Qualora si tenda a riconoscere una legittimazione dell'esistente, chiediamo di conoscere i provvedimenti amministrativi che hanno portato a questa determinzione e qualora si tratti di atti complessi definire: capitoli, articoli, commi ecc. . Continuando ad essere propositivi, riteniamo che per uniformità d'azione e trasparenza tutto debba trovare concretezza, come previsto dal diritto amministrativo, in apposita lettura dei provvedimenti amministrativi in essere.
b) Per quanto concerne le strutture precarie, non comprendiamo le motivazioni che vengono volgarmente spacciate, una struttura precaria proprio per la sua composizione viene amministrata con una semplice autorizzazione, se ne deduce che ogni opera di questa natura debba essere smontata completamente a fine stagione. Se questa è l'impostazione, sul piano generale diventa ancora più difficile capire come si possa parlare di opere precarie, comprendendo nel termine anche i gazebi. Trattasi di opere che hanno finito per cementificare ulteriormente la spiaggia, come ad esempio le tettoie dei bar e/o strutture similari completate spesso con tamponamenti laterali.
c) In questa analisi, va pure posta una particolare attenzione alle numerosissime improprie cementificazioni più o meno coperte, create per allargare le piattaforme dei bar/ristoranti che in molti casi raggiungono dimensioni superiori all'intera area del locale originale. Trattasi di opere completamente abusive sul piano edilizio (pavimentazioni e coperture) e su quello commerciale, essendo vietata la somministrazione di cibi e bevande al di fuori dell'aree previste, affermazione che trova conferma nella stessa concessione demaniale. Siamo convinti di avere aperto un fronte importante per riportare legittimità e sicurezza in tante zone della Città, la mancanza in questi settori come in tanti altri di una pianificazione urbanistica ed ambientale ci porta a regredire nella graduatoria della vivibilità e della certezza del diritto. Provi a pensare alla disparità di trattamento tra un barista da strada che a parità di spazio concesso tra affitto e tosap versa circa 50 mila euro rispetto al collega sulla sabbia che se la cava con una mancia di qualche centinaia di euro. In attesa di una risposta SCRITTA, auspichiamo che Lei sappia inviare un piccolo segnale di discontinuità, tante volte promesso e nel frattempo istituire una commissione che si occupi del problema in termini propositivi.


P.S.
Non avendo trovato partito, movimento, giornale, sito, associazione, circolo, parrocchia in grado di assumere questi temi, la pubblichiamo. Non ci risponderete, i consigli comunali a Rimini sono vecchie consuetudini.