venerdì 3 agosto 2018

CS Luigi Camporesi Obiettivo Civico

Si allega alla presente copia dell'intervento in Consiglio Comunale di ieri 02/08/2018.  Signor Sindaco, signori Assessori, colleghi Consiglieri, Presidente Cagnoni e Amministratore Boldrini,
 Perchè si Vende ci apprestiamo a votare una delibera che rappresenta un momento fondamentale per la vita politica ed economica della città di Rimini: la perdita della maggioranza delle azioni del Gruppo Fieristico Congressuale da parte dei soci pubblici. Al di là dell'insopportabile narrazione con cui la maggioranza presenta l'evento, al di là dell'ancora meno sopportabile accondiscendenza con cui la stampa locale saluta eventi luttuosi, spacciandoli per fenomenali successi e, infine, al di là del silenzio penoso degli operatori economici, anche direttamente coinvolti, quello che vi apprestate a votare favorevolmente è un definitivo atto di resa. E' la resa agli errori e alle manie di grandezza del Presidente Cagnoni, primo responsabile del peso del debito che grava oggi sul Gruppo, e che costringe alla vendita di un consistente pacchetto di azioni, talmente consistente, da comportare la perdita della maggioranza azionaria e, potenzialmente, la futura perdita del controllo sul Gruppo Fieristico Congressuale Per i cittadini interessati e che con il loro voto ci hanno affidato il compito di vigilare sull'operato della maggioranza, è giusto riassumere brevemente come si è arrivati alla decisione odierna. E' già stato ricordato più volte in questa Consiglio: il Piano Industriale per il Palacongressi è stato completamente sbagliato. Questo fatto ha comportato la creazione di un debito tale per cui oggi è necessario vendere azioni e perdere la maggioranza del pacchetto azionario del Gruppo Fieristico Congressuale. Lei signor Assessore Brasini, durante i lavori della Commissione dedicata a questa delibera, ha affermato con veemenza che il Piano Industriale del Palas non è stato sbagliato. Fatte alcune semplici considerazioni di merito, si arriva rapidamente a una spiacevole, per lei, conclusione. Delle due l'una: lei non capisce di cosa si sta discutendo, e questo mi sembra un fatto estremamente grave per un Assessore al Bilancio, oppure lei sta semplicemente mentendo e, anche questa, non mi sembra una ipotesi meno grave rispetto all'altra. Queste due ipotesi sono facilmente validabili anche solo rileggendo le dichiarazioni che il Presidente Cagnoni ha fatto in questo Consiglio, durante la discussione della delibera di approvazione per la realizzazione del Palacongressi nell'anno 2006. Ricordiamole: “Le improbabili ricerche di mercato cui faceva riferimento Giudici [che aveva dati che confutavano quelli di Cagnoni NDR] francamente non erano roba seria da prendere in considerazione. Lo scenario di possibili presenze attorno a 1 milione, 1 milione e 100 mila, è l’unica ipotesi scientificamente elaborata da un istituto di ricerche. Noi quella l’abbiamo profondamente prosciugata: in prima battuta l’abbiamo portata alle 700 – 800 mila presenze, e poi, quando siamo entrati nel merito dell’elaborazione anche del piano finanziario, delle ipotesi di minima su cui costruire anche dei comportamenti assolutamente prudenti di cui poterci fidare, siamo arrivati a definire un’ipotesi di presenze sui 550.000.” Ora, le presenze annue del Palacongressi, dalla data della sua inaugurazione e per diversi anni, ammontavano a non più di 250.000 unità. A questi numeri sono legate le entrate per la Società del Palazzo dei Congressi. Questo significa, al di là di ogni ragionevole dubbio, che l'investimento per il Palacongressi non è stato in grado di autosostenersi e ripagare i debiti contratti per la sua realizzazione. Conseguenza logica è che il Presidente Cagnoni abbia sbagliato completamente il Piano Industriale, che si è spinto a irridere il Consigliere Giudici, che aveva invece evidentemente dei dati verosimili e non gonfiati rispetto alla realtà. A ulteriore conferma, possiamo anche ricordare le parole che l'Amministratore Gabellini, parole che ha scritto in una sua recente relazione e che cito: "nel richiamato intento di evitare il ricorso a risorse pubbliche chiede ai soci di autorizzarlo a procedere con la vendita di un’altra quota di partecipazione al capitale di IEG, anche se ciò dovesse portare la residua partecipazione di Rimini Congressi alla maggioranza relativa (ossia inferiore al 50% del capitale), al fine di trasferire alla Società del Palazzo dei Congressi le risorse occorrenti alla totale estinzione del richiamato debito" Abbiamo quindi stabilito che si procede alla quotazione in borsa anche per estinguere il debito contratto per la costruzione del Palacongressi, che il Piano Industriale del Palacongressi è sbagliato e che lei, Assessore, non capisce di cosa stiamo discutendo, oppure mente. Ho detto "anche" perché nel frattempo Rimini si è accollata un ulteriore debito di 42 milioni di euro per l'acquisizione della Fiera di Vicenza. Le Conseguenze della Delibera Le conseguenze future di questa delibera sono imprevedibili, per sua stessa ammissione signor Assessore. In futuro le istituzioni pubbliche locali potrebbero perdere il controllo del Gruppo Fieristico Congressuale. Questo potrebbe comportare pesanti ricadute sull'economia della nostra città. Possiamo quindi affermare che le manie di grandezza e/oppure gli errori di valutazione del Presidente Cagnoni, hanno causato un danno potenziale alla nostra città, danno oggi difficilmente prevedibile e quantificabile. La Fiera è un Centro di Potere Credo sia di pubblico interesse e anche buona occasione, ricordare alcuni dei tanti fatti che dovrebbero essere spiegati dalla Giunta, se solo vi fosse un comportamento corretto nei confronti dei veri attuali soci di maggioranza, ossia i cittadini riminesi. Si sono spartite poltrone. Nel corso degli anni, vi è stato un accordo fra maggioranza e opposizione, e il Consiglio di Amministrazione della Fiera di Rimini è stato il centro dell'accordo di non belligeranza, un cosiddetto inciucio, fra sinistra e destra. Per dimostrarlo, è sufficiente leggere i nomi che hanno composto i CdA nel corso degli anni. Se le cose nella nostra città non sono andate bene come avrebbero potuto, questo lo si deve anche a una opposizione inesistente, perché appunto annacquata da patti politici ed economici. Si sono spartiti affari. Lo abbiamo denunciato con un esposto. Pratiche in violazione dei principi e, probabilmente, delle norme sulla concorrenza, sono state attuate senza ritegno nel corso del tempo. Abbiamo infatti dimostrato, esempio fra i tanti si immagina, come gli allestimenti per le manifestazioni fieristiche, siano stati assegnati con un artificio e in esclusiva ad una sola società locale. Questo fa ovviamente ipotizzare che questo tipo di accordi potrebbe anche rappresentare il compenso pagato in cambio di voti per le elezioni locali. Si tratta ovviamente di una ipotesi. E questo ovviamente sarebbe un reato penale, per onor di cronaca. Si è gestito il potere politico. Ho appena fatto un esempio ma se ne possono aggiungere altri. Tipicamente i Consigli di Amministrazione vengono rinnovati in occasione delle elezioni amministrative. Anche due anni orsono, per esempio, abbiamo saputo di Lino Gobbi in azione per comporre la lista elettorale Patto Civico per Gnassi. Leggendo i nomi che compongono il CdA attuale troviamo un Gobbi. Questo lascia supporre un grado di parentela e, ovviamente, fa pensare male. Tra l'altro, una delle delibere successive a questa conferma ulteriormente queste ipotesi. Ritroviamo infatti il costruttore Pesaresi fra i beneficiari di una variante urbanistica, e non è la prima volta che accade durante questo mandato amministrativo. Risulta infatti da notizie di stampa che Pesaresi, assieme a Gobbi, fosse presente a una cena assieme all'allora - ailui - deputato Sergio Pizzolante, durante la quale si trattò della futura lista elettorale Patto Civico per Gnassi. Si è manipolata la stampa locale. Il Gruppo Fieristico Congressuale ha lungamente pagato inserzioni sulla stampa locale. Questo non può non avere avuto un peso nell'atteggiamento della stampa stessa rispetto alle vicende societarie. In effetti, si è sempre letto delle gesta del Presidente e praticamente mai sono state poste domande scomode. Che dovrebbe essere un dovere per i giornalisti. Nessuno che, per esempio, abbia chiesto conto della più volte annunciata e mai realizzata quotazione in borsa. Ancora oggi, alla vigilia di un atto che dovrebbe essere rimarcato per tutte le conseguenze negative che potrebbe avere in futuro, non si legge nulla in proposito. Si sono sponsorizzate parti politiche? Sono mesi che vedo banner pubblicitari di IEG vicino agli articoli di Chiamami Città, rivista online chiaramente riconducibile a esponenti del Partito Democratico. Si immagina che IEG paghi inserzioni pubblicitarie a Chiamami Città. Ma è tollerabile che una società a maggioranza pubblica fornisca risorse economiche a una rivista di partito, partito che gerarchicamente controlla lo stesso Gruppo Fieristico Congressuale? Si è tentato di schiacciare l'opposizione. Entrerò in dettaglio più tardi tempo permettendo ma, i fatti di cronaca dicono che chiunque osi criticare la gestione del Gruppo Fieristico Congressuale, viene attaccato in modo subdolo, utilizzando risorse pubbliche peraltro. Il Presidente Cagnoni si è sempre rifiutato, negli anni, di fare conoscere i propri compensi a seguito delle richieste dei Consiglieri Comunali. Già questo è un fatto intollerabile per una partecipata a maggioranza pubblica. Ma quando qualche Consigliere si è spinto a comunicare pubblicamente le preoccupazioni espresse dai vari amministratori, fra cui quello dello stesso Gabellini, nulla di meno, nulla di più, il Presidente non ha esitato ad intraprendere azioni legali dal sapore meramente intimidatorio. Si è influito negativamente sullo sviluppo urbanistico del territorio. Il caso del complesso Acquarena è esemplare in tal senso. Mentre il Sindaco Gnassi sbraitava anche sulla stampa nazionale di riduzione del consumo del territorio e di stop al cemento, piuttosto che muoversi in modo coerente e restituire a verde un'area dismessa, è stato costretto a contraddirsi miserabilmente e a concedere cubature commerciali e residenziali per potere ripagare parzialmente il debito contratto per la costruzione del Palacongressi. Va anche notato che questo non è stato sufficiente, e oggi occorre procedere comunque alla vendita di un consistente pacchetto azionario. Si è sfuggiti al controllo del Consiglio Comunale. Con una serie di azioni sugli assetti societari, si è tentato, riuscendoci, almeno fino a prova contraria, di sottrarre il controllo del Consiglio Comunale e del Consiglio Provinciale, assieme azionisti di riferimento, sul Gruppo Fieristico Congressuale. Ma il fatto recente di maggiore gravità su cui si auspica un intervento della Magistratura, è il rifiuto di accesso agli atti amministrativi della Società Palazzo dei Congressi. Viene negato l'accesso a documenti indispensabili per valutare la correttezza dell'operato degli amministratori nella valutazione del valore dei cespiti, valutazione che, se palesemente errata, potrebbe risultare in false comunicazioni sociali. Una mancanza di trasparenza inaccettabile per una società la cui maggioranza è a controllo pubblico e la cui capofila deve essere quotata in borsa a breve. Conclusioni Potrei proseguire per ore ma devo ricordare che un numero di argomenti sono stati già dibattuti nel corso degli anni, anche grazie ai nostri contributi. Credo che alcuni dei fatti più rilevanti siano stati almeno accennati. Ora signori della maggioranza, proseguite pure con atteggiamento prono con il vostro benestare ai desiderata del tramontante Magnifico. Non riesco a valutare, onestamente, quanti di voi siano consapevoli degli effetti del proprio voto. 
 Grazie