venerdì 10 luglio 2020

Il Re Tentenna

Senza ombra di dubbio, possiamo dire che il segretario provinciale del PD, Sacchetti dottor Filippo, si trova a gestire una patata assai bollente. Parliamo della successione alla sindacatura di sua Maestà et Pontefice Maximo Niassi XIV lo SPLENDENTE. Il ragazzo non brilla in fatto di piglio e ardimento, assomiglia più a quei travicelli etero diretti capaci di eseguire ordini, piuttosto che tracciare linee politiche. Cercherà insieme alla kompagna Alice nel Paese di Santarcangelo di Romagna di emulare le orme dell’altra coppia del goal Petitti-Bernabè, che seppero sapientemente scalare le vette della classifica politica locale a trazione PCI, obbedendo agli ordini del loro padrino spirituale, zio Melucci. Però in politica, come nel calcio, ogni partita ha storia a sé, ma a volte i miracoli accadono così come si concretizza la possibilità di portare a casa stipendi di tutto rispetto… basta affidarsi al Santo giusto. Valcareggi/Melucci, non la “zuzza” di ritrovarsi Niassi ancora tra i piedi per altri 5 anni. Il pelo e i baffi si sbiancano sempre di più e anche per lui si avvicina il viale del tramonto. Cercherà di giocarsi la carta della Presidenza della Fiera dopo il regno di Tutankagnon, ma il campionato è solo all’inizio e le ambizioni di scudetto sono tante. Lo “zio” 10 anni fa fece fuori il buon dott. Ravaioli dopo averlo spremuto come un limone, ma non pensava che il suo pupillo, il golden boy della politica riminese Niassi, messo lì apposta pensando che avrebbe “dato retta”, una volta entrato a Palazzo Garampi si sarebbe fatto il Borgo e i casi suoi in barba alle sue aspettative. Il momento ora è estremamente delicato in quanto si decide del destino e della “pappa” di molti piddini che nulla saprebbero fare fuori dal “sistema” del PARTITONE EX PCI. Sono essi i famosi Kompagni con il cuore a sinistra e il portafoglio saldamente a destra, quelli che “tengono famiglia da mantenere”. Per ora “RE TENTENNA SACCHETTI”, ha assunto una posizione di difesa attendista. In sostanza sta aspettando ordini da chi è più in alto e se ne intende di più. Come tanti sta giocando la carta Covid del famoso comitato tecnico scientifico, cioè punta secondo le indicazioni del Governo giallo-rosso, al ritorno del virus scommettendo sul tridente Virus-bare-arresti domiciliari (con la mascherina in riserva). La squadra di opposizione (Jacopo Morrone permettendo, il quale è più disponibile a vendere la partita), giocherà all’attacco, puntando sulla forma fisica tonificata dalle iniezioni di anticorpi e dai consigli del professor Zangrillo. Nel frattempo notiamo che i giocatori della ex Margherita sono pressocché spariti anche dai ruoli delle riserve. Sono ormai lontani i tempi formidabili dello squadrone Vichi, Ioli, Ravaioli, dei coniugi Piva, Arlotti e tanti altri. Ormai il loro grande sponsor curiale si accontenta di non molestare i rampolli dell’ex PCI che, forti della scuola di partito dei loro padri e dei loro nonni, hanno perso il pelo ma non il vizio. La componente cattolica potrebbe giocare un ruolo fondamentale e costruire la gamba centrista del centro-destra. L’elezione di Matteo Montevecchi ne è la prova provata: i cattolici democratici se si impegnano possono ancora fare sentire la loro autorevole voce. Occorre però mettere in soffitta i vari guru alla Gianni Piacenti e compagnia, bravi a mostrare i denti per prendere i voti anti komunisti e altrettanto bravi a sorridere e mettersi d’accordo con i Kompagnucci, per spartirsi incarichi e poltrone. Insomma potrebbe finire come la storia dei pifferi della montagna di Melucci, che andarono per suonare, ma furono suonati. Il seguito alla prossima puntata. 
Don Camillo
P.S. Agli amici dei 5 stelle una raccomandazione: non sempre i miracoli della Sarti, della Sensoli e del Croatti possono ricapitare…. Meditate stelle, meditate.