lunedì 13 luglio 2020

La Statua di Gnassi

È invalsa la moda di abbattere le statue, simboli del passato, rappresentanti storici di un'epoca e come tali assunti a ricordo di determinate comunità che proprio a quegli uomini si sono stretti attorno a torto o a ragione. Quando accadono cose simili e ci si arrogano atti di autoritarismo alla stregua di coloro i quali, venuti dopo, vorrebbero ipocritamente non solo liquidare la complessità del percorso intellettuale e civile di una comunità, ma rieducare perfino il senso storiografico, mandando indietro, con un esercizio apparente ed una funzione giuridica, le lancette degli orologi, e, con esse paradossalmente la civiltà, che non è fatta solo di eroi, bensì anche di antieroi, di miti ma anche di uomini che hanno assunto decisioni e preso posizioni discutibili che valevano allora. Questo processo postumo con la sanzione antica della damnatio memorie è un esercizio tanto puerile, quanto "nazionalpopulista". Un revisionismo stantio e colpevole essere o diventare peggiore delle icone e statue contro cui si sono mobilitati. Ricorda a tratti il Maoismo e quel processo di rieducazione forzata, le epurazioni di chi ha perduto... The winner take it all a secoli di distanza. Ho letto che è stato abbattuto perfino il Generale Lee, comandante dell'armata della Virginia settentrionale, la più efficiente macchina da guerra degli Stati confederati. Un grande stratega a cui mancarono risorse e fortuna, non certo capacità e coraggio. Si dimentica che dopo la sconfitta operò il resto della sua esistenza per rafforzare le istituzione degli USA e con fermezza disapprovo' qualsiasi tentativo di recrudescenze separatiste e secessioniste o tardive resistenze. Quando all'interno del corpo vivo di una comunità si inseriscono simili tarli, come lo fu il falò delle vanità il 7 febbraio 1497, quando in seguito alla cacciata dei Medici i seguaci del frate domenicano Girolamo Savonarola sequestrarono e bruciarono pubblicamente migliaia di oggetti nella città di Firenze, durante la festa di martedì grasso. O similmente quando i nazisti bruciarono libri e opere ritenute non congeniali e conformi alle idee del regime che si andava instaurando o solo, più semplicemente, quando si mettono libri all'indice, allora forse è arrivato il momento di preoccuparsi e destarsi dal sonno della ragione. Ho sempre ripugnato gli integralismi, i dogmi e le verità rivelate, le certezze e le sicurezze estreme, ma non ne ho giammai avuto né paura né timore. Combattero' sempre derive assolutiste viepiu' quando nascono in periodi di transizione dove il vecchio sta morendo e il nuovo tarda a nascere. E oggi invece di proteggere uomini in carne ed ossa, mi tocca proteggere dalla furia iconoclasta della negazione anche del ricordo coloro che passate comunità hanno rassegnato e consegnato al futuro in pietre, sassi, bronzi e monumenti che male non possono far più a nessuno. Molto bello complimenti dopo pubblico quale monumento abbattuto metto? Propongo Gnassi
Roberto Urbinati