martedì 12 gennaio 2021

In Rianimazione

La drammatica situazione che attanaglia il Paese ha caricato nembi di tempesta che dall’orizzonte di quel perduto avvenir, dissipato sulla strada del successo individuale e liquido lastricata di falsi idoli e totem, conduce tutt’altro che al sole. Occorre attendere che “passi sul mare” e altrove scarichi le proprie ire. L’atmosfera greve che si respira alla stregua della desolante rassegnazione piega gambe e afflati nell’insidia di una aggressiva inedia di idee e sogni, senza i quali anche l’azione intellettuale latita, se non si arrende al perseguimento dei piccoli bisogni quotidiani. Anche le pulsazioni vitali sembrano ridotte ai minimi termini per risparmiare, rassegnate ad una vana intermittenza; fossero luci di Natale comprenderei l’addobbo, mentre già bagliori di lampi e saette infiammano in limine il cielo ed echi di tuoni avvicinano il ruggito. Che ne sarà di noi? E’ la domanda che sovente mi capita udire. Verrebbe da rispondere alla Cecco Angiolieri: “Se io fossi fuoco, brucerei il mondo; se io fossi vento scatenerei la tempesta su di esso; se io fossi acqua, lo sommergerei...” Eppur per quante ne abbia viste e patite Roma, indomabile, è ancora lì. Nonostante tutto ivi risuona l'urlo: “Roma o morte!”. Come gridava il giovinetto morente, colui che ha donato quel testo Risorgimentale che troppo banalmente ancor cantiamo solo per dovere. Incapaci forse di carpirne il senso profondo di quel "stringiamici a coorte" smarriti come siamo nella corsa a perdifiato per salvare ciò che rimane del nostro supino individualismo verghiano. Se l’egoismo ci consegna questa prospettiva nel timore che la “terra ci venga meno da sotto i piedi”, se per l’effetto non ci ha già ucciso la speranza certo ci rimane la disperazione. Facciamone tesoro! “E’ l’uomo che deve cambiare, non il cielo sotto cui vivi!”. Da qui si dovrebbe salpare.
P.S. Ignoranti quem portum petat nullus suus ventus est.​
P.S. Per non sbagliare ..porto approdano tutti qui. (Aggiunto)