domenica 24 gennaio 2021

Spigolatura

Ricordo che quando nel primo piano spiaggia (2006) venne proposto un gazebo di 10mq  per i mosconai, arrivarono i puristi, oggi nelle sagrestie piddine, che imponevano di non superare i 5 mq. Grazie a questa regola, i noleggiatori di natanti, eliminarono capanne ed ombrelloni caraibici, collocando strutture uguali per tutti. Qualche anno dopo, i piccolissimi ripari furono rimessi in discussione, ridimensionando l'altezza. Detto questo, non voglio entrare nel merito di cosa sia accaduto in questi anni. Eppure per i chiringuitos si è trovata la ricetta. Tutto a posto? Nel piano spiaggia originale, quelle strutture dovevano essere un incentivo per dare vita allo stabilimento balneare. Le caratteristiche sarebbero state decise, come per gli altri fabbricati, nella concessione edilizia dello stabilimento. Si superava l'antica divisione tra bagnini e baristi. Senza questo presupposto, abbiamo un bar in una concessione diversa, spesso confliggente. Senza titolo edilizio, l'unica opera possibile, con l'autorizzazione della Soprintendenza, è un gazebo con il tetto permeabile agli agenti atmosferici. Significa che in una struttura senza tetto e pavimenti, l'attività consentita è vendere prodotti confezionati, ma il barista, non può usare l'acqua, senza fognatura. Sono gli aspetti igienico sanitari più grossolani. Sappiamo quanto sia difficile ottenere l'agibilità dalla competente Ausl, che deve verificare, gli aspetti igienici e sicurezza. Poi se somministrano birra alla spina, bibite, liquori, cocktail, spuntini, panini e pizza, la colpa è di Bolkestein?