lunedì 4 gennaio 2021

La Carovana del Tigrai

Purtroppo, i “kompagnucci belli della parrocchietta” non hanno perso l’abitudine di dare le pagelle o la patente di democratico a chi non la pensa come loro. È il solito metodo appreso alla “gloriosa” scuola politica del PCI, sita in località “Le Frattocchie” a Roma. Il ruolo dell’“intellettuale organico” è proprio quello di argomentare, di convincere le masse, di creare il nemico sul quale scaricare l’odio e il livore delle masse e delle “Sardine”. Sono così bravi che possono arrivare a dire che “gli asini volano perché così è scritto sull’Unità” (fortunatamente I compagni meno ingenui e più disincantati, arrivavano ad ammettere che gli asini al massimo possano svolazzare). Ora il “Partitone” per distrarre i riminesi dai veri problemi locali, ha messo Paesani nel mirino. Così gli Ascari, i Giannizzeri e le varie truppe cammellate al seguito e agli ordini dei “caporioni” (qualcuno della corte del Principe Niassi, altri in salsa melucciana o ex bugliana, altri ancora di provenienza curiale, hanno aperto il “fuoco di distruzione” contro il “povero“ Lucio, per scoraggiarlo e farlo desistere dal continuare la propria avventura politica. Sarebbe un bel guaio se si rimescolassero le carte che il “mazziere Melucciov” in accordo con il principe Niassi aveva già predisposto e distribuito. I vari Ras, i capi corrente del PCI/PD di Rimini hanno aperto un aspro e strisciante contenzioso interno. Una vera “lotta per le investiture” per decidere chi dovrà continuare ad amministrare il potere a Rimini, l’ultimo baluardo di sinistra della provincia. Ma su un punto sono tutti d’accordo e cioè che per vincere bisogna andare a scegliere il nemico/avversario nel campo dell’opposizione, per poi, come già è successo in passato, blandirla con posticini ed incarichi ben retribuiti. Caro Nando (non quello di Bellaria ma “el picadero”, il Torquemada de noi artri) comincia a parlare, se sei libero di farlo, delle magagne di casa tua, delle beghe interne del tuo “bel Partitone” e di come la discussione tra gli iscritti sia stata annullata e resa impossibile. Decidi chi appoggiare e quale atteggiamento tenere. Comincia a raccontare delle opere incompiute, dei debiti che ci saranno da pagare, dei nodi strutturali mai affrontati (questura, colonie marine, Murri, cittadella delle terme, degrado delle zone nord e sud, complanare di Covignano, ponte sul Marecchia, strumenti urbanistici dimenticati ed adattati in chiave “Ermeti… ca” ecc. ecc.). Non basta aver fatto bello il Borgo San Giuliano nel quale molti compagni di partito detengono casette e localini. Ricorda e racconta degli sbagli fatti dalle amministrazioni passate e di come si poteva fare meglio. Da’ qualche giudizio più avveduto, più approfondito, più circostanziato senza rifugiarti dietro ad “omissis”, “non ricordo”… “Dio lo vuole!” (la Curia un po' meno visto l’atteggiamento tenuto ad esempio in merito alla questione Carim e al ricorso intrapreso dagli azionisti buggerati). Considera ed unisciti ai compagni con i calli alle mani che ad aprile vedranno finire la cassa integrazione e che mal sopportano che i vari “trombati” e i giovanotti /tte miracolati dalla politica continuino a portare a casa stipendi favolosi che mal si giustificano con i propri meriti. Parla degli sgravi fiscali, della crisi del settore turistico e del terziario e di come dare sostegno alle famiglie e ai lavoratori, senza nasconderti dietro la narrazione della “resurrezione post covid”, dei dialoghi farlocchi del teatro con il castello e di tutte le “patacate “raccontate in questi 10 anni… c’è tutta la quaresima da affrontare. Parla dei drammi che debbono affrontare i disoccupati ed i giovani che non trovano occupazione e non riescono ad intravvedere una famiglia con dei figli nel loro futuro. Non salire sul carro del vincitore a giochi fatti. Domandati del perché i compagni con i calli votano la “Melona ed il Cazzaro Verde” (ma forse la risposta la conosci molto bene ed è per questo che fenomeni fuori controllo come il M.I.O. fanno paura). Lascia che di quello che succede in casa degli altri si occupino Morrone e speriamo… Paesani. 
 Don Camillo