martedì 8 giugno 2021

Il Regista

Si è consumata sotto la regia affettuosa e la penna di Carlino e Gnassi, l'ennesima puntata delle "Primarie". Lo strumento e format di altissima democrazia, inventato da Prodi, il vecchio che quando tocca, diventa europa o sfiga. Ho letto, postato dall'amico Allegrini, un "bugiardino" veritiero dell'attuale situazione nel Pd riminese. Sembra messo peggio dei cugini riccionesi. Il Man..Spa del Carlino, racconta a noi ignari sudditi del Principe scaduto, che le liste (11) tutte civiche, con la novità (?) Affronte, il paleolico legato all'energia sammarinese ed altri personaggi in cerca d'autore e visibilità, spinte (elegantemente) da Gnassi, vogliono incoronare a tutti i costi il "designato". Jamil. In caso contrario minacciano di andarsene, senza specificare dove. Lucio Paesani ha chiuso la porta di casa, non ancora demolita. Il più pericoloso per questi bambinetti (?) è il grande ed inimitabile Melucci. Il vero ed unico dinosauro rimasto in quell'ex partito, popolato da innocenti fanciulle..travestite. Ogni tanto (spesso) cadono nella tentazione dei mattoni che dovrebbero assalire colonie e questure, tutte rigorosamente fallite. Poi escono dalle acque territoriali e sognano centinaia di pale che si vedono da S. Marino, facendo "godere" l'eletto grillino, ingaggiato però come verde. Insomma siamo al redde rationem. Non ho mai servito messa, nonostante fossi il più bravo nella dottrina ripetuta a memoria, quando l'avevo come Benigni. Un paragone da Oscar democratico. Enrico Piccari, capogruppo del Pd, si è "arrabbiato" in silenzio, con il nemico storico del padre. Il più bravo ed intenso manovratore di una aggregazione d'interessi che secondo le occasioni viene anche definita di sinistra, li tiene in pugno. Conosco le trame, sembra uno di quei thriller da Carlino. Verranno richiamati dal centrodestra. Non vorrete mica perdere?