martedì 22 giugno 2021

Napoleon Letta

Il condottiero venuto dalla Francia per conquistare il Pd e rilanciarlo oltre il renzismo, ha vissuto la sua Waterloo. Le primarie, strumento di conta democratica, non si adattano alla configurazione correntizia di un ex partito di sinistra, passato dai lavoratori al radical chic. Le accuse di brogli, polemiche, ripicche e risentimenti, sono il risultato di una fallita operazione di marketing senza prodotto. Sono passati come i Ghinelli, dai meetup alle parrocchie, per finire ai gazebi della disperazione. Una fine grillina meritata. Occorre dire che anche gli altri non se la passano bene. Il centrodestra si sta ubriacando di voti, tutti da contare. Ha mantenuto però la struttura ed il personale di quando rappresentava una modesta percentuale dell'arco costituzionale. Ci sono i travasi che rendono le cose perfino più complicate. La Lega sembra nella situazione peggiore. Comanda (?) uno, purtroppo. Nel caso di Salvini e Meloni può andare bene, quando scendi le scale ed arrivi nelle periferie, le cose assumono sembianze diverse. Affermare di conoscere Rimini, vista da 50 chilometri ed un aeroporto che la separano da Forli è solo una battuta. Città talmente diverse da essere conflittuali per forza. Basta con queste intrusioni che avvelenano il campo e portano inutile confusione. I candidati usciti come pagnotte dal forno di Morrone, sono impresentabili a Rimini. Concedono alibi e velleità agli avversari, avvolti in una crisi epocale. La voce che la destra, con il centro rimasto, non "debba" vincere comincia ad essere più di una barzelletta. Provate, una volta, a non far ridere.