giovedì 3 giugno 2021

Roma o Rimini?

Il Cercasi sindaco per Roma e Rimini è un avviso che copre mezza Italia. Il mestiere non è tra i più ricercati dal mondo politico, meglio senatore od onorevole come i Croatti e silenziosi alla Sarti. Due modelli da imitare, basta trovare la giusta piattaforma. Fare il primo cittadino ha dei risvolti che la giustizia, uguale per tutti, rende rischiosi. Puoi essere condannato o prescritto per una semplice lettera garante di qualche milione indebitamente sollecitato o per rimproveri ai vigili urbani o per non sapere chi girava per gli uffici comunali. Gli sversamenti in mare a Rimini, dicono, avvengono solo a largo, se poi ritornano sono affari loro. A Riccione la cosa è già molto diversa. A Roma sono messi peggio, il paragone è inquietante. Non hanno bisogno di facilitatori nelle scelte, li hanno tutti a portata di Campidoglio. Le due fazioni non riescono a sciogliere la matassa. Per la propaganda capitolina però è come per il Carlino. Come possono pretendere di governare il paese se non trovano meglio della Raggi? Credo che Calvano segretario (?) regionale del Pd abbia preso la residenza riminese, in attesa che Melucci gli spieghi cosa deve fare. Oggi al ballottaggio romano dovrebbero andare Gualtieri e Calenda. Come dire Morollino contro Zerbini. Non sarebbe male anzi avremmo selfie ed orazioni a volontà. La gaffe della "targa" ad Azelio, come ha ricordato stupendamente Roberto Urbinati, è il sintomo del virus che attanaglia la politica. Si erge la Meloni che ha scelto di stare dall'altra parte. Diventa sempre più ciclopica l'impresa di salvare la nazione. Per il momento l'avventura di Lucio Paesani è una passeggiata sulle rovine di Gnassi. Siamo già ai pianti e lamenti.