mercoledì 2 giugno 2021

Una Targa

Quando una targa commemorativa ci svela come tutto inizi dai congiuntivi. Oggi il Presidente della Repubblica in pectore avrebbe dovuto rendere omaggio ad un suo predecessore. Forse il secondo più amato dal popolo dopo l'ineguagliabile avvocato di Stella, l'iracondo Sandro. Orbene la lapide, il sasso, l'epigrafe, il marmo... da scoprire, inaugurando la targa alla memoria, portava scolpito il nome sbagliato. Si sarà trattato di un lapsus calami certamente dell'incisore, ma qualche altro intellettuale, mi chiedo, avrà pur letto quel capolavoro da collezionisti di razza, alla stregua del Gronchi rosa e delle monete da 500 lire d'argento raffigurante le caravelle con le bandiere controvento, prima di issarlo a pubblico ludibrio, sebbene non ancora scoperto per pudore??! Non importa la risposta. In un caso o nell'altro ci sta l'esclamazione colorita proferita da Emilio Fede. La conclamazione del deserto o dell'ambaradan dove siamo piombati, dall'etimo incerto l'ultima parola, si è fatta prova. Il peso dell'ignoranza! Non vorrei essere nel collezionista che si aggiudica il pezzo. Non saprei consigliare dove conservarlo. In fondo da Azeglio o Azelio cambia solo una G... Che sarà mai. Quanto siete pignoli. Si tratta d'altronde mica di scoprire il punto erogeno oggetto di innumerevoli ricerche fin dalla preistoria. Hanno lanciato la monetina ed è venuta croce come Azelio. Non è analfabetismo funzionale servito in diretta è solo maledetta sfortuna. Però ho capito perchè si vota col crocesegno. 
P. S. Oltre ai banchi di scuola anche le G hanno le rotelle in questo Paese. 
Roberto Urbinati