lunedì 7 giugno 2021

Una Fiera val bene una Messa

La macchina della propaganda, come un meccanismo perfetto, ben oliato, si è messa in moto e viaggia a pieno regime. In questi anni Bronzetti/Fabbri/Funelli, la premiata ditta dell’informazione Komunista, ha approntato un’organizzazione da far impallidire il vecchio MINCULPOP di orbace memoria. Tutta la propaganda cartacea e radiotelevisiva è al servizio di chi regna da 70 anni sulla città di Rimini. L’uscita di scena del principe è orchestrata con rara maestria. Lo si dipinge come Aronne, che ormai vecchio e saggio parlava agli Ebrei nel deserto, dall’alto del trono della sua esperienza. Ha dismesso i pettorali in evidenza, la tartaruga e il tricipite che spinge come un cavallo da corsa a piedi nudi sulla spiaggia, mentre i “gregari” arrancano dietro come teneri somarelli. Ha vestito il doppio petto con la camicia allacciata e la cravatta di Marella, per farsi ritrarre insieme al faraone TutanKagnon della dinastia “La fiera sono me”, pronto ad ereditarne le chiavi e i debiti di infinite matrioske. La propaganda ha perfino messo in piedi la favoletta dei soci privati felsinei che, brutti e cattivi, si oppongono alla fusione (forse perché non vogliono avere tra i piedi il capriccioso ex sindaco/alcalde/principe di Rimining Gnassi il Magnifico II. Per coprire la ritirata, l’apparato ha dovuto fare uscire allo scoperto anche la corte dei miracoli premiata in questi anni di regno del sindaco. Sono questi che occupano più o meno degnamente i posti e le poltrone negli enti di 2° grado. Camera di Commercio, sindacati di categoria, sindacati dei lavoratori, bagnini, cooperative e comitati, tutti sordi, muti e ciechi eseguono le direttive trasmesse dalle antenne di palazzo Garampi. Simul stabunt simul cadent… dicevano i latini. Attento caro Lucio, questi non solo ci rimettono il posto, ma per qualcuno viene meno oltre al potere anche il companatico. Gesù scacciò i mercanti dal tempio, ma Lui è il Figlio di Dio. Comunque ne vedremo delle belle… a Roma e a Forlì piacendo. 
 Il teologo